E quel gomitolo di lana rosa,
rosa dal tarlo;
E quello scialle di seta bianca,
roso dal tempo;
E queste scarpe con cui convergo,
lisce le suole;
E questa musica dolce e sensibile,
che mi commuove:
Verrà la luce, luce del sole,
ed in cantina dovrò tornare.
Giuliano Bovo
Simpatico giro di parole. "Ed in cantina dovrò tornare" immagino per ciò che l'antiquario ci tiene. Lo dico perché spesso unisco cantina con il vino o le scorte per l'inverno.
RispondiEliminaUn salutone e alla prossima
Le poesie lasciano sempre ampi margini interpretativi...
RispondiEliminaA me queste rime piacciono molto perché mi fanno pensare al tempo che passa, a come tutto si trasforma e al modo dolcemente malinconico e lievemente ironico in cui Giuliano ha connotato questa condizione universale.
Grazie e buona serata :)
:)
EliminaCiao, Dario! :)
Eliminap.s.
RispondiEliminaSono riuscita a rintracciare una mail in cui Giuliano commentava con me questa sua poesia; più che un antiquario, mi diceva, a parlare è il "custode di un teatro, un trovarobe e guardarobiere, in un teatro di quelli di una volta, bergmaniano."
Ahh...adesso capisco meglio. Sai, all'inizio della mia carriera teatrale nel lontano 1982 ero un attrezzista di scena, trovarobe che a volte dovevo andare a cercare in posti tipo cantina.
RispondiEliminaAriciao
Senza volerlo, ancora una volta, ho richiamato un tuo ricordo:-) Giuliano amava molto il teatro, frequentava il Piccolo negli anni di Strehler.
RispondiEliminaBuona giornata!