mercoledì 4 ottobre 2023

Lorenzo da Ponte ( I )

 
Nei pressi della Biblioteca di Ceneda, siede immobile una figura. Lo sguardo, forse nostalgico, o forse fiero, è probabilmente rivolto verso una antica abitazione, legata a Lorenzo Da Ponte, autore dei libretti di tre famose opere mozartiane, Le nozze di Figaro, Don Giovanni, Così fan tutte. 

Il monumento a Da Ponte è collocato in un contesto verde e silenzioso e a chi si dirige verso la Biblioteca comunale di Vittorio Veneto ( Ceneda è uno dei due centri di cui si compone la città ) la figura appare ormai familiare e, spero, nota.

Vivendo e avendo insegnato a Vittorio Veneto, per far conoscere ai miei studenti la storia del loro concittadino, preparai anni fa un lavoro sul librettista. A facilitarmi il compito è stato lo stesso Da Ponte, che ha scritto di sé e della propria avventurosa vita in una pubblicazione autobiografica,  Mémoires.

Propongo qui, in più puntate, quanto ho ricavato dalla lettura delle memorie di Da Ponte, alternando passi delle sue memorie ( in corsivo ) a sequenze di sintesi e commento.

Buona lettura :)


I parte   

LO SPIRITOSO IGNORANTE E IL LIBERTINO




Il giorno decimo di marzo dell'anno 1749 nacqui a Ceneda, piccola ma non oscura città dello Stato veneto. All'età di cinque anni perdei la madre. I padri prendono poco cura generalmente de'primi anni de' loro figli. (…) 

Rimasi fino all'età di quattordici anni del tutto ignorante in ogni genere di letteratura; e mentre tutti gridavano:–Oh che spirito! Oh che talento! io mi vergognavo internamente d'esser il meno instruito di tutti i giovani di Ceneda, che mi chiamavano per ischerzo lo «spiritoso ignorante». Non è possibile dire quanto ciò mi pungesse e quanto voglioso rendessemi d'instruzione. Montato un dì a caso nel soffitto della casa, dove mio padre era solito gettare le carte inutili, vi trovai alcuni libri, che formavano, credo, la biblioteca della famiglia. V'era tra questi il Buovo d'Antona, il Fuggilozio, il Guerino detto il meschino, la Storia di Barlaam e di Giosaffat, la Cassandra, il Bertoldo e qualche volume del Metastasio. Li lessi tutti con un'incredibile avidità, ma non rilessi che il poeta cesareo, i cui versi producevano nella mia anima la sensazione stessa che produce la musica.
 Pigliò frattanto una seconda moglie mio padre, e dopo dieci anni di vedovanza ci die' per matrigna una giovinetta, che non ne contava ancora diciassette. Egli avea passati i quaranta.


In fondo a destra, l'abitazione a Ceneda di Lorenzo da Ponte 



Lorenzo Da Ponte nacque a Ceneda il 10 marzo 1749 da Geremia Conegliano, conciatore di pelli, e Rachele Pincherle. Fu chiamato Emanuele; il suo nome venne cambiato quando il padre, rimasto vedovo, sposò una cristiana e fece battezzare i figli; Emanuele prese così, come costume del tempo, il nome e il cognome del vescovo che aveva impartito il sacramento. 


Il vescovo Lorenzo Da Ponte



Dopo essere stato accolto nel Seminario di Ceneda e successivamente in quello di Portogruaro, ricevette gli ordini minori e divenne insegnante di retorica e rettore. Nel ‘73 fu ordinato prete e si stabilì a Venezia dove svolse mansioni di istitutore. L'anno successivo si mise in luce a Treviso come poeta e insegnò nel Seminario della città. 
Allontanato dall’insegnamento per le sue idee liberali, tornò a Venezia dove frequentò gli illuministi locali. Conobbe Casanova. 
Fu bandito da Venezia per condotta libertina





                          …Abbandonai dunque l'ingrata patria ed andai a Gorizia. 



A Gorizia venne accolto nell’Accademia arcadica.



….Continuavano intanto i signori goriziani a onorarmi ed amarmi, ed io continuava a far versi, che erano sempre ben ricevuti e premiati. Fu appunto in que' tempi che si stabilì in Gorizia una colonia arcadica col nome di «colonia Sonziaca», di cui il conte Guido Cobenzl era presidente; e fui anche io annoverato tra i suoi pastori, col nome di Lesbonico Pegasio.




(  continua ...)



6 commenti:

  1. Interessante e piacevole da leggere. Aspetto la prossima parte...
    Buona serata!

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  2. Vita avventurosa quella di Da Ponte fra Dresda, Vienna, Praga e Londra. A cui si aggiunse la coraggiosa scelta di andare nel "Nuovo Mondo" a New York fra la fine del '700 e l'inizio dell'800 quando divenne il primo (o fra i primi) insegnanti italiani di letteratura al Columbia College in seguito diventerà l'odierna Columbia University.

    Bello lo scritto...grande stile, ma non a caso Mozart o aveva scelto per il suo trittico italiano "Nozze di Figaro", "Don Giovanni", "Così Fan Tutte", negli anni '90 avevo collaborato alla messa in scena di questo trittico e dalla Columbia University venne un professore per parlare di Da Ponte.

    Un salutone e alla prossima

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  3. Hai vissuto delle bellissime esperienze, allora! Deve essere entusiasmante ( anche se impegnativo )lavorare per allestire opere così belle!
    Si, come tu hai detto, Da Ponte è stato per molte cose un antesignano, tipico degli spiriti liberi…

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  4. Si, molto bello, faticoso ma entusiasmante. Non le ho mai contate ma in più di 27 anni nella produzione lirica che ho fatto (ho iniziato nel gennaio 1983 al Teatro dell'Opera di Genova) ho collaborato alla realizzazione di opere del repertorio italiano (Rossini, Donizetti, Verdi, Puccini, Mascagni, Leoncavallo) Francese (Massenet, Ravel, Bizet, Berlioz) e tedesco (C. M. von Webern, Mozart, Beethoven con il "Fidelio", Wagner, R. Strauss, Kurt Weill e B. Brecht, A. Schoenberg) e Stravinsky. Una delle esperienze interessanti è stata conoscenza delle opere di L. Janacek ("La Volpe Astuta") che ti consiglio sia per la musica che per il libretto.

    Ma anche nella musica sinfonica, musica da camera e balletto con organizzazione di concerti e balletti nel repertorio italiano, francese e tedesco.

    Quando Giuliano era attivo sul blog mi ricordo che il primo commento che lasciai riguardava Grane, il cavallo di Brunilde perché ho fatto 3 periodi di stage e lavoro a Bayreuth dove fanno il festival wagneriano. In tre anni ho visto tutte le opere wagneriane andate in scena. Nel 1992 sono andato in ferie a Bayreuth con la mia ex moglie...si chiama Brunilde. Ma è italiana, il padre amava tutta l'opera lirica ma per Wagner aveva un debole e la prima figlia la chiamò come la Valchiria. Ho lavorato e vissuto in Francia, Germania e in altri stati europei.

    Purtroppo, avendo superato i 60 anni, non trovo più lavoro. In Italia sono già considerato "Vecchio", oppure "Troppo specializzato" (fra le varie parlo 4 lingue).

    Un salutone e alla prossima

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  5. Chi sa quante cose avrai da ricordare e raccontare. Qualcosa è però ogni tanto emersa nei tuoi commenti.
    Giuliano era un fine conoscitore della lirica e della musica sinfonica e, come te, conosceva e apprezzava anche autori meno conosciuti, come Janacek. Mi parlava molto bene della piccola volpe astuta. Io, invece, sono un'interlocutrice in campo musicale assai modesta...
    Grazie del contributo e buona serata!
    :)

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