venerdì 27 agosto 2021

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mercoledì 18 agosto 2021

Il tuffo della lucertolina


Nel corso di alcuni anni, sotto la voce "L'entomologo- storie naturali",  Giuliano ha pubblicato sul suo blog, Deladelmur, diversi suoi scritti. Si parte da un dettaglio e, attraverso pochi tocchi, viene a definirsi un vivace e simpatico ritratto di uno di quei piccoli esseri che sono riusciti, bene o male, a sopravvivere in un paesaggio urbanizzato. Ne riporto uno. Gli altri sono qui 




"Come si fa a prendere una lucertola che ti entra in casa dal balcone e poi slitta sul pavimento, e che è anche così piccola che ti sguscia fra le dita? Ci provo due volte, poi per superare la situazione di stallo tiro fuori di tasca il fazzoletto, e finalmente la prendo. Avvolta nel fazzoletto, la lucertola non sguscia 
più fra le dita (è davvero piccola, poco più che neonata); il mio timore è che mi lasci la coda in mano, ma non succede. Succede invece questo: che appena torna ad intravedere il balcone si tuffa fuori dalla mia mano (io volevo appoggiarla delicatamente verso la siepe o su un cespuglio) si getta nel verde con un tuffo clamoroso, roba da olimpiadi: era esattamente quello che voleva, tornare a casa il più velocemente possibile, uscire da quest’incubo liscio e pietrificato in cui si era cacciata, maledetta curiosità..."

Giuliano Bovo


( immagine reperita in Rete )


mercoledì 11 agosto 2021

Predicare l'egoismo

 

Elias Canetti ( 1905-1994 ), a più riprese, trascorse diversi anni della sua vita in Inghilterra. In " Party sotto le bombe", un libro, pubblicato da Adelphi, che raccoglie le memorie dello scrittore sul tempo di tale soggiorno, Canetti delinea in modo conciso e incisivo i cambiamenti introdotti a livello ideologico e culturale e non solo politico dal governo Thatcher. Riporto qui i momenti più significativi del capitoletto dedicato alla Thatcher, il cui nome, peraltro, non viene mai fatto...


fotogramma di "sorry, we missed you" di K. Loach


" Durante la seconda guerra mondiale, oltre cinquant'anni fa, essere un'isola fu la salvezza dell'Inghilterra. Ed era ancora un'isola quando si è giocata in pieno questo privilegio che, al tempo stesso, costituiva un eccellente vantaggio. Oggi è ciò che resta di un governo la cui unica e sacrosanta ricetta è stata l'egoismo. E se ne menava un gran vanto, come di una nuova scoperta; una setta di arrampicatori in abito gessato - che si attribuivano il titolo di busy executives e cercavano di depredare la madrepatria di ciò che un tempo quest'ultima  aveva carpito a tutte le contrade del globo - si diffuse per il Paese. L'Inghilterra decise di saccheggiare se stessa e impiegò a tale scopo un esercito di yuppies. Come ricompensa paradisiaca venne promessa una casa a tutti. La gente si mise di buzzo buono e, con foga davvero poco inglese, ottenne qualche successo. Lo Stato dichiarò orgogliosamente che non si sarebbe più fatto carico di nulla : ciascuno si sarebbe preso cura di sé, e chi mai, d'altronde, si metterebbe a spazzare la strada altrui! L'ipocrisia, che è sempre stata l'autentico cemento della vita inglese, si sgretolò. In brevissimo tempo la nuova parola d'ordine fu: Io per me, e gli altri vadano al diavolo. Si scoprì - e con stupore, devo ammetterlo - che l'egoismo, non meno dell'altruismo, si presta a diventare oggetto di predica. Al ruolo di sommo apostolo del Paese venne messa una donna, la quale opponeva regolarmente il proprio rifiuto a qualsiasi iniziativa destinata agli altri; per gli altri tutto era troppo dispendioso, per se stessa nulla lo era abbastanza. Acqua, aria, luce vennero messe nelle mani degli uomini di affari - e lì, a seconda dei casi, prosperarono o fallirono. il più delle volte fallirono. (... ) Grazie a lei molte città andarono in malora. La qualità delle scuole decadde affinché i ragazzi imparassero per tempo a contare solo su se stessi e divenissero spietati. (...) Perché ogni uomo inclina alla grettezza, cui rinuncia solo con una certa fatica, un respiro di sollievo attraversò il popolo inglese, che di colpo si sentì autorizzato a essere abietto come gli altri popoli, guadagnandosi per giunta lodi sperticate"



fotogramma di " Sorry, we missed you" di Ken Loach


lunedì 2 agosto 2021

La barcarola d'Offenbach


"Ballarono un poco al suono di pezzi facili che egli sottopose al microfono, vollero udire un altro numero di canto, il duetto di un'opera, la barcarola graziosamente orecchiabile tolta dai Racconti di Hoffmann, e quand'egli richiuse il coperchio, se ne andarono un po' eccitati e chiacchierando verso le loro stanze, alla cura sullo sdraio, al riposo. Era l'esodo che Castorp aspettava. Lasciarono tutto quanto come stava: le scatole dalle puntine aperte, gli albi e i dischi sparsi qua e là. Era nel loro carattere. Il giovanotto finse di seguirli, ma giunto sulla scala abbandonò di soppiatto la fila, tornò in sala, richiuse tutte le porte , e rimase là per metà della notte, in profonda occupazione."

Thomas Mann, La montagna incantata 

traduzione di Bice Giachetti-Sorteni





La Barcarola ( qui ) di cui si parla ne "La montagna incantata" è nel terzo atto di “Les Contes d’Hoffmann” di Jacques Offenbach. 

Nel 1951 Michael Powell e Emeric Pressburger con "The Tales of Hoffmann"  riscrissero in chiave cinematografica " Les Contes d'Hoffmann", l’opera lirica di Offenbach. 

Chi abbia voglia di seguire il filo dei rimandi e delle riscritture a partire dai racconti di Hoffmann, potrà trovare nel blog di Giuliano ( giulianocinema ) materia sufficiente:-) Giuliano, descrivendo il  film di Powell e Pressburger, parla anche di Hoffmann e Offenbach...

 qui (post introduttivo ) qui, qui, qui , qui, qui ( post in cui si fa menzione della barcarola ), qui



Le immagini sono fotogrammi di  "The Tales of Hoffmann" di Powell e Pressburger