venerdì 3 novembre 2023

Ti racconto " La tempesta" di William Shakespeare ( ATTO I )

 



John William Waterhouse, Miranda


                                                                              ATTO I


Lampi, tuoni, mare in tempesta, ordini concitati del nostromo all’equipaggio del veliero che trasporta Alonso, re di Napoli, il figlio Ferdinando, il fratello Sebastiano, il consigliere Gonzalo e infine Antonio, usurpatore del titolo di duca di Milano. 

Da un’isola, una fanciulla, Miranda, e suo padre, Prospero, assistono al naufragio.

Miranda è angustiata; chiede al padre di placare la tempesta che ha suscitato con le sue arti magiche. Prospero la rassicura: nessun danno è stato provocato.

PROSPERO:  Nessun danno: ché nulla ho fatto, se non per amor di te: di te creatura mia, di te figlia cara, che non conosci cosa sei, né donde provengo io; e non sai che sono di grado molto più alto di questo  Prospero padrone di una grotta poverissima, eppure meno povera del padre tuo. 

(…) E’ ora che tu sappia. (…) La dura vista del naufragio che ti ha scosso fino alle radici le fibre della pietà, io te l’ho preparata e condotta con un così sicuro possesso dell’arte mia, che non un’anima, dico, ma nemmeno un capello andò perduto, di coloro che erano a bordo e che tu sentisti urlare e vedesti affondare.


Prospero racconta alla figlia perché si trovino da dodici anni sull’isola.

Le rivela che era stato duca di Milano e che, volendo dedicarsi ai suoi studi, aveva affidato al fratello Antonio la cura dello Stato.

Antonio, gonfio d’ambizione, aveva  stretto un accordo con il re di Napoli per estrometterlo definitivamente dal governo di Milano e strappargli il titolo di duca.

Fu così che lui, Prospero, e lei, Miranda, furono costretti a lasciare Milano e a imbarcarsi su un vascello di fortuna che il caritatevole Gonzalo aveva provveduto a dotare di acqua e cibo e di preziosi libri.




Fotogramma del film ispirato a La Tempesta di W. Shakespeare «Il pianeta proibito»






Miranda si addormenta e Prospero chiama Ariel, lo spirito dell’aria al suo servizio. Lo spiritello dice al suo padrone che ha svolto a puntino i compiti assegnati:

 ha suscitato nell’equipaggio l’illusione della tempesta e del naufragio,

ha ancorato la nave in una baia nascosta con la ciurma addormentata sotto coperta, 

ha lasciato Ferdinando da solo e in preda all’angoscia di essere l’unico sopravvissuto 

e ha sparpagliato tutti gli altri in piccoli gruppi in zone dell’isola tra loro distanti.

C’è di che essere premiati per i servizi resi e infatti Ariel chiede a Prospero la libertà



da La Tempesta regia di G. Strehler



Prospero risponde ad Ariel che avrà la libertà a tempo debito e poi lo accusa di ingratitudine.


PROSPERO:  Ma tu, i tormenti da cui ti ho liberato, te li scordi?

ARIEL:  Io no.

PROSPERO:  Tu sì, gramigna grama e bugiardo. E te la sei scordata la brutta strega Sicorace, incurvata dagli anni e dalla protervia come un cerchio di botte? (…)

Quella stregaccia balugia fu scaricata, incinta, da certi marinai e abbandonata qui. Tu, che ora ti vanti di servir me, servivi lei, allora. Ma essendo tu uno spiritello troppo etereo e delicato per eseguir gli incantesimi terragni e orrendi che ti imponeva lei, ti ribellasti (…) e quella, nel suo furore implacabile, e con l’aiuto dei suoi più potenti ministri, ti serrò nello spacco fatto in un pino: dove, così strizzato, rimanesti in quel tormento una dozzina d’anni. 



Maud Tindal Atkinson, Ariel


Nel frattempo lei morì, lasciandoti là dov’eri, a esalare lamenti più frequenti che i giri di una mola da mulino. L’isola allora non era onorata da presenze di umani, salvo quel suo figliolo che qui ella aveva partorito; un cucciolo bastardo coperto di lentiggini: un mostro.

ARIEL: Chi? Suo figlio Calibano?

PROSPERO:  E chi altro, stupidino? Sicuro, quel Calibano che ora ho al mio servizio. Sai benissimo, dicevo, in che tormenti ti trovai io: i tuoi urli facevano ululare i lupi e intenerire il cuore agli orsi sempre accigliati. Una tortura da Maledetti che Sicorace, morta, non poteva più far cessare. Fu l’arte mia – quando, approdando qui, intesi i tuoi lamenti – a spalancare al pino le mascelle e a trarti fuori.



             Pamela Colman Smith, Caliban



Dinanzi alla minaccia di finire di nuovo conficcato nel tronco del pino per altri dodici anni, Ariel chiede prima perdono e poi come rendersi ancora utile al suo padrone. Prospero gli ordina di trasformarsi in ninfa marina e di rendersi invisibile a qualsiasi pupilla.
Mentre Miranda si sveglia, arriva Calibano, chiamato da Prospero. Il mostro si lamenta della sua condizione di schiavo.
Uscito il mostro,  entra in scena Ferdinando; insegue una dolce musica e voci che attraversano l’aria. E’ l’invisibile Ariel a produrre i suoni e a portare il figlio del re di Napoli al cospetto di Prospero e Miranda.


MIRANDA: Che è? Uno spirito? Dio, come si guarda intorno! Credetemi, signore, si mostra in bella forma umana ma è uno spirito!
PROSPERO: No, ragazza: egli mangia e dorme e possiede i nostri stessi sensi. Quel giovane gentiluomo che vedi là è uno dei naufraghi: e per quanto sia un po’ sciupato dall’angoscia – cancro della bellezza – si potrebbe anche dire un bel ragazzo. Ha perduto i suoi compagni e ora si dà attorno per trovarli.

MIRANDA: Io una creatura divina lo direi: ché non ho mai visto una cosa tanto nobile.
Prospero ( tra sé ) Procede, vedo, come l’animo mio mi suggeriva. Spiritello sagace! Tra due giorni ti do la tua libertà. 




Un clic qui per il video


Ferdinando non è insensibile alla bellezza di Miranda: «Se sei fanciulla e se il tuo cuore è ancora tuo ti farò regina di Napoli».  Prospero tra sé commenta che sta andando tutto secondo i suoi piani ma che vuol frapporre ancora qualche ostacolo all’unione tra i due giovani; provoca allora Ferdinando, accusandolo di essere una spia venuta sull’isola per impossessarsene.
Ferdinando sguaina la spada e Prospero, facendo ricorso alla magia, lo immobilizza.


FERDINANDO: E’ così, è così. Mi sento tutto inceppato come in un sogno. Eppure né la perdita di mio padre né questo sfinimento che provo né il naufragio di tutti i cari amici né le minacce di quest’uomo a cui sono asservito, sarebbero per me un peso insopportabile se mi fosse concesso di contemplare dalla mia prigione, una volta al giorno, questa fanciulla. E si tengano la loro libertà tutti gli angoli della terra; ché per me ho spazio assai in una prigione così.


Continua...

( Il testo in corsivo è tratto da 
W. Shakespeare, La tempesta , ed. Einaudi   traduzione di Cesare Vico Lodovici )




2 commenti:

  1. Molto bello questo post. Amo tantissimo la Tempesta e tutti i riferimenti che hai messo nel post sono ottimi e di grande valore.

    Avevo visto la Tempesta al Piccolo con la regia di Strehler ma, ancor più bello, è il film "Prospero Books" di Peter Greenaway.
    Mi piacciono molto le stampe che hai messo nel post...veramente molto belle, brava.

    Un abbraccio e buon fine settimana

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  2. É un lavoro che ho realizzato per i miei alunni qualche anno fa. Una maniera per far conoscere Shakespeare ma anche opere figurative ispirate ai personaggi shakespeariani. Mi divertivo molto a creare pptx. Grazie per il commento! Sei sempre gentilissimo. Prospero Book con la musica di Nyman é un capolavoro. Ipnotico! Simpaticissimo l'Ariel che fa la pipi' sull'altalena :)

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