Le rare vespe sopravvissute al lungo inverno sussurrano alle larve di primavera, mentre le nutrono e le massaggiano con delicatezza, leggende e vicissitudini di ciò che hanno visto, del freddo atroce e del grigiore invernale; le nuove vespe pensano alla vespa che ha visto la neve come ad una divinità primigenia, così come noi facciamo con Adamo ed Eva.
L’estate è L’Eden; l’inverno e il gelo sono la Punizione; la primavera è la Resurrezione.
Giuliano, 8.8.2006
La stessa cosa vale anche per me; che sia un vespo e non me ne sono accorto?
RispondiEliminaUn apo? Non so! Siamo diversi dagli imenotteri ma è bello entrare nella dimensione di altri esseri :-)
RispondiEliminaBello questo scritto. Esiste tutto un mondo che parla, dialoga e crea storie da raccontare ad altri esseri. Le api e le formiche calzano bene come esempio. Questo inverno si sta rivelando freddo, più freddo degli ultimi due o tre anni. L'estate mi piace, l'unico problema consiste nel fatto che da una decina di anni a questa parte soffro molto il caldo. Rischio di lagnarmi come fa il popolino, ma le mezze stagioni ormai non esistono più.
RispondiEliminaUn salutone
E' di Giuliano! Penso sia uno scritto pieno di grazia.
RispondiEliminaCari saluti!:-)