mercoledì 29 agosto 2018

Albicocchicidio

Per me le albicocche erano una festa. Quando arrivava la loro stagione rischiavo il mal di pancia, c'era sempre qualcuno che aveva la pianta e quando le piante decidono di dare frutti lo fanno in grande stile, e quindi il proprietario della pianta le regala a chiunque capiti. C'era abbondanza, e in alternativa c'erano pur sempre i negozi di fruttivendolo. Da qualche anno (ormai troppi) succede questo: le albicocche non sono più buone. Non dico "buone come prima", ma proprio insapori, dure, belle a vedersi ma nemmeno lontane parenti delle albicocche vere. Le albicocche sono state cambiate, manipolate: tanto per cominciare non sono più leggeremente pelose, come le pesche, ma liscie come biglie. Non servono nemmeno gli ogm, per questi cambiamenti: bastano gli incroci "old style" per ottenere queste mostruosità, è il marketing che comanda e da quando comanda il marketing (cioè i manager astutissimi che ci sono dietro queste operazioni) sono sparite le cose più buone e proliferano i "mostri", le albicocche lisce e dure, le pesche che marciscono prima di maturare, le angurie senza semi, i pomodori senza sapore, e chissà cos'altro ancora ci aspetta. 


I pomodori sono come le albicocche, sono belli e li comperi ma poi non hanno sapore. Ad essere colpiti dal "morbo" del cambiamento sono soprattutto iper e supermercati, ma anche al mercato di paese trovi quella frutta lì, le mele col bollino, quelle "di marca", come nei supermercati. In tv si parla ancora del mercato come qualcosa dove arriva il contadino ed espone la sua merce, ma così non è, e da molto tempo. C'è chi vende del suo, ne conosco anche qualcuno; ce ne sono ancora, ma sono sempre meno. La colpa è in gran parte anche di chi compera, certe scelte (il "senza semi", per esempio) sono proprio dettate dai consumatori; e io mi chiedo come si fa a mangiare questa frutta senza sapore, e mi viene (controvoglia e contro il buonsenso) da dar ragione ai bambini che non mangiano né frutta né verdura: se gli mettono davanti queste cose proprio torto non hanno. So che molti si rifugiano nel "bio", ma le bugie e le truffe del "bio" sono all'ordine del giorno, non so valga la pena spendere il doppio per avere, in fin dei conti, le stesse cose. L'unica soluzione sarebbe conoscere il fornitore, e qui si torna ancora una volta all'antico: fidarsi di chi si conosce. Ma l'asfalto e il cemento ormai sono ovunque e trovare un campo coltivato lontano da raccordi e superstrade (o magari da discariche abusive) è diventato sempre più difficile. Tutto questo non giustifica lo smercio di quella frutta e di quella verdura, ma io mi stupisco soprattutto delle persone che comperano quella roba e che spingono il mercato in quella direzione.

Intanto quest'anno, dopo molto tempo, ho provato a comperare sei albicocche: non maturano, anche dopo una settimana sono ancora lì, dure come se fossero acerbe ma di bell'aspetto. Le faccio cuocere, diventano mangiabili ma sono ancora aspre. Metto un po' di zucchero, poi ancora un po', alla fine qualcosa ne esce. Ma, mettere lo zucchero sulle albicocche? Da non credere, cosa c'è di più dolce di un'albicocca, in natura? (O, meglio, cosa c'era di più dolce delle albicocche, in natura?)




- Tu non puoi vedere nessuno! Sei mezzo matto! Già, non saresti della nostra razza.
Allora, Niccolò gli strinse un braccio e gli disse, dopo aver fatto scricchiare i denti, come un ragazzo che non può più contenersi:
- Giulio, Giulio mio! Ho visto certe mele e certe pere che... se le potessi assaggiare, darei dieci anni! Me ne sono invaghito.
Giulio, divertendosi della sua ghiottoneria, gli chiese:
- Erano belle da vero?
- Meravigliose! Con una buccia grassa, che dev'essere come il burro! Io oggi non mangio, se non mi mi levo la voglia di quelle!
- Ci manderemo Enrico, quando viene!
- Sì, sì! Piglia tutto quel che abbiamo incassato stamani; e mandacelo. Fa' invogliare anche lui.
- Non ci vorrà di molto!
Enrico entrò sbattendo l'uscio, per chiuderlo; perché quando una volta potevano tenere un commesso, se la faceva sempre chiudere e aprire. Guardò tutta la bottega per vedere se c'era qualcuno; sospettoso e pronto a qualche villania. Giulio gli chiese:
- Dove sei stato?

(Federigo Tozzi, "Tre croci", capitolo II)

 


(le foto delle pesche sono mie, anno 2011; quelle delle albicocche taroccate erano in rete)








6 commenti:

  1. Ciao Giuliano, bentrovato.
    La penso esattamente come te. Non mi spiego cosa sia accaduto perché le albicocche non siano più il frutto di un tempo. Raramente se ne trovano di grandi, succose e dolcissime, e in quel caso costano enormemente.

    RispondiElimina
  2. bentornata Luz. Qui purtroppo si è aggiunto il flagello delle cimici della soia, che si attaccano a ogni cosa e rovinano tutto. Di conseguenza, anche avere delle piante in giardino è diventata una sofferenza, come per le mie povere pesche che nel 2011 erano da esposizione. Le ho messe qui per ricordo, la pianta ne produce ancora ma le cimici sono arrivate in Italia subito dopo, e rovinano tutto (ma proprio tutto, sono polifaghe) da quattro o cinque anni in qua...
    Di sicuro tornerò sull'argomento a dicembre-gennaio, per i mandarini. Altra mia passione, per fortuna non li hanno ancora rovinati ma so che il marketing spinge verso i clementini senza semi (e spesso raccolti verdi, poi fatti maturare nei forni, con pessimi risultati)

    RispondiElimina
  3. Quindi hai un frutteto di tutto rispetto! Ti invidio.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. no, un giardino piccolo piccolo - e non sono neanche bravo, viene quel che viene. In più, il cemento e l'asfalto si sono mangiati quasi tutto quel che c'era intorno.

      Elimina
  4. Sull'argomento ci sarebbe di che scriverci un trattato. Cercherò di esser breve. Sulle albicocche hai ragione, io ho un albero cinquantenario della varietà Reale di Imola, ad anni alterni dà ancora buonissimi frutti, saporiti, ma è considerata varietà obsoleta. Per le albicocche, pesche, nettarine, fragole, pomodori e quant'altro senza sapore vale la perfida legge della Grande Distribuzione moderna. Se l'agricoltore raccoglie quando dovrebbe, arriva al supermercato troppo matura e non solo viene respinta, ma sono addirittura applicate penali dal supermercato per mancata fornitura. In quel caso inizia la triste odissea di camion che macinano centinaia di km in più per collocare il carico respinto altrove. Credimi, ci ho lavorato, giungendo a convincermi che, più che Grande Distribuzione Organizzata si può parlare di Grande Distruzione Organizzata; l'acronimo è lo stesso, ma le differenze enormi.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. sì, è esattamente quello che si intuisce anche solo passeggiando nei reparti ortofrutta. Quello che continua a stupirmi è che la gente comperi quelle cose lì... Mah.
      Il mio fruttivendolo di fiducia mi ha raccontato che i clienti non vogliono le mele "ruggini", anche le renette sono state modificate e ormai somigliano alle Golden. Pensano che siano sporche, o malate, e invece è tutto zucchero. Se ne trovano ancora, per fortuna, e tra una quindicina di giorni comincerò la festa con le mele "ruggini" :-)

      Elimina