mercoledì 15 marzo 2017

Di marzo



Fuori faceva fresco, una sera di marzo. Mi rialzai il bavero della giacca, mi misi il cappello e mi tastai in tasca, in cerca della sigaretta. Mi venne in mente la bottiglia del cognac: sarebbe stata molto decorativa, ma avrebbe frenato gli impulsi caritatevoli. Era una marca molto costosa, riconoscibile dal tappo. Il cuscino stretto sotto il braccio sinistro, la chitarra nella destra, ritornai verso la stazione. Soltanto strada facendo notai le tracce di quello che qui si usa chiamare "il tempo di follia". Un ragazzotto ubriaco, travestito da Fidel Castro, tentò di provocarmi, ma lo evitai. Sui gradini della stazione un gruppo di dame spagnole e di matadores aspettavano un tassí. Avevo completamente dimenticato che era carnevale. Era quel che ci voleva. Per un professionista non c'è modo migliore di mimetizzarsi che mescolarsi ai dilettanti. Posai il mio cuscino sul terzo gradino dal basso, mi sedetti, presi il cappello e vi misi dentro la sigaretta: non proprio nel mezzo e non in un angolo, proprio cosí come se vi fosse stata gettata dall'alto e cominciai a cantare: "Il povero Papa Giovanni ...". Nessuno badava a me, non sarebbe neppure stato un bene: dopo una, due, tre ore avrebbero pur cominciato ad accorgersi di me. Interruppi la mia strofa quando udii la voce al microfono che annunciava un treno, da Amburgo... Allora andai avanti. Mi spaventai quando la prima moneta cadde nel cappello: era un soldo, colpí la sigaretta, la sospinse troppo da parte. La rimisi al posto giusto e ripresi a cantare.

Heinrich Böll, Opinioni di un clown, ed. Mondadori
traduzione di Amina Pandolfi




Böll ci mette accanto a Hans, un giovane uomo d'estrazione alto borghese che invece di pensare a porre per sè le basi di un solido futuro, si tiene distante da ogni progetto, da ogni illusione, da ogni idea preconcetta e, da clown, rappresenta la grande buffoneria che è l'esistenza, tanto più falsa, quanto più pretende di essere autentica. Il romanzo si risolve nel lungo colloquio che Hans intrattiene col lettore il quale non può, alla fine, che arrendersi alla triste evidenza dell'ipocrisia individuale e collettiva. La citazione che ho sopra riportato è nell'ultima pagina del romanzo. Quella che trascrivo sotto è invece una delle tante espressioni fulminanti in cui ci si imbatte durante la lettura del romanzo.
Heinrich Böll


"La gente ricca riceve molti più regali di quella povera; e quello che deve proprio comprare, lo ha sempre molto più a buon prezzo."

2 commenti:

  1. Grandissimo libro che ho amato e amo molto. Hai fatto con poche e belle parole un'ottima sintesi di "Opinioni di un clown" e di quel bellissimo personaggio che è Hans Schnier, il clown Hans Schnier, un personaggio di un'umanità e di una modernità straordinarie.

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  2. Sì, è di quei personaggi che ti pare di sentire accanto ( se non proprio dentro di te ) durante la lettura..
    Grazie, Raffaele! Buona giornata:-)

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