venerdì 17 marzo 2017

Isole Keeling, 1836

(...) Sembra che l'oceano e la terra stiano combattendo qui per la supremazia, e sebbene la terraferma abbia ottenuto un vantaggio gli abitanti dell'acqua pensano che il loro diritto sia almeno altrettanto valido. In ogni punto si incontrano granchi eremiti di più di una specie che trasportano sul dorso le conchiglie che hanno rubato sulla spiaggia vicina. In altro, numerose sule, fregate e sterne riposano sugli alberi; e il bosco, per gli abbondanti resti e per l'odore dell'aria, si potrebbe chiamare una colonia di uccelli marini. Le sule, sedute sui loro rozzi nidi, vi fissano con un'aria stupida ma irosa. Le sterne stolide, come dice il loro nome, sono piccole creature sciocche. Ma v'è un uccello graziosissimo: è una piccola sterna bianca come la neve, che si libra dolcemente a pochi metri sul vostro capo, scrutando con tranquilla curiosità la vostra espressione con i suoi grandi occhi neri. Basta poca immaginazione per pensare che un animale così delicato e leggero debba essere abitato da qualche vagante spirito fatato.
 (alle Isole Keeling, presso Sumatra, tra Ceylon e l'Australia; aprile 1836)
(Charles Darwin, Viaggio di un naturalista intorno al mondo, pag.563 ed. Giunti 2002, traduzione di Mario Magistretti)

(nell'immagine la sterna di Darwin, Gygis alba; la foto è di Donald Gudehus)

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