lunedì 27 marzo 2017

Il tarlo del domani
















Ritiratasi nella sua camera, chiamò la nutrice e le disse :
 - Mi ha preso il tarlo del domani e non riesco più a vivere come gli uomini semplici. Dimmi, dunque, nutrice, come posso avere potere sul tempo? 
La nutrice, udite queste parole, si lamentò come il vento che porta la neve. E disse: 
- Che disgrazia, un tarlo è entrato nel tuo midollo e non c'è rimedio che guarisca il pensiero! Ma dato che vuoi il potere e benché il pensiero sia più freddo dell' inverno, esso ti accompagnerà fino alla fine della tua vita. 
La principessa si sedette nella sua stanza della casa di pietra e pensò al pensiero.
Sedette lì nove anni e l'acqua batteva sulla terrazza e i gabbiani gridavano attorno alle torri ed il vento muggiva nei camini della casa. Per nove anni non uscì e non vide i cieli aperti, né gustò l'aria. Non ascoltò parola da nessuno e non guardò né a destra né a sinistra, ma pensò solo al pensiero del domani.
La nutrice le dava da mangiare in silenzio.
La principessa prendeva il cibo con la mano sinistra e mangiava senza grazia alcuna o piacere.

da La canzone del domani di R.L.Stevenson in "Favola crudele" ed. Fiabesca

Nessun commento:

Posta un commento