martedì 19 settembre 2023

Ad occhi chiusi

 

fotogramma di "Fanny e Alexander "di I. Bergman



Quando il film non è un documento, è un sogno. Per questo Tarkovskij è il più grandi di tutti. Lui si muove con assoluta sicurezza nello spazio dei sogni, lui non spiega e, del resto, cosa dovrebbe spiegare? E' un'osservatore che è riuscito a rappresentare le sue visioni facendo uso del più pesante e del più duttile dei media. Per tutta la mia vita ho bussato alla porta di quegli spazi in cui lui si muove con tanta sicurezza. Solo qualche volta sono riuscito ad intrufolarmi dentro. I miei tentativi coscienti hanno avuto quasi sempre come risultato dei penosi insuccessi: "L'uovo del serpente", "L'adultera", "L'immagine allo specchio" ecc.

Fellini, Kurosawa e Bunuel si muovono nello stesso mondo di Tarkovskij, Antonioni era sulla stessa strada ma cadde sopraffatto dalla propria noiosità. Méliès vi si trovò sempre senza bisogno di rifletterci sopra. Era un mago di professione.


da "La lanterna magica" di I. Bergman


fotogramma di "Lo specchio" di A. Tarkovskij


2 commenti:

  1. Hai preso spunto da alcuni grandi registi che da sempre amo molto come Tarkovskij e I. Bergman di cui ho visto alcuni film sin dalla metà degli anni '70 (fra cui "L'Uovo del Serpente" e "L'immagine allo Specchio" e altri). Di Kurosawa ("Dersu Uzala" affascinante e "Sogni") come ho amato Fellini e Antonioni...è vero la magia di vedere a occhi chiusi è un grande talento, o forse un dono.

    Che bel post anche questa volta
    Un salutone e buon fine settimana

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  2. Ciao! Sto leggendo in questi giorni l’auto biografia di Bergman. È una lettura che ti consiglio! La prima parte, quella in cui il regista parla della sua infanzia, è piacevolissima.

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