Mi è sempre piaciuto leggere; trovo che, priva dei libri, se ne andrebbe la parte di me che mi piace di più. Ho bisogno dei libri e quindi degli scrittori, così, quando di tanto in tanto Giuliano mi inviava racconti e rime di sua mano, ricevevo un doppio regalo, quello di leggere testi raffinatissimi e quello di poterli commentare con l'autore. Ne parlavamo nelle mail che ci scambiavamo.
I racconti di Giuliano sono brevi, leggeri, pieni grazia. La sua scrittura ha molto a che fare con la musica, ne ha la misura, il ritmo, le variazioni, la vivacità. Alcune sue composizioni hanno l'aria di essere frammenti, hanno qualcosa di non compiuto, indefinito e anche questo forse ha a che fare con la musica e il suo carattere.
Riporto qui un delizioso e breve racconto; di seguito, il modo in cui lo commentò Giuliano
RACCONTINO SPINTO
Lei si presentò a casa sua con un ingombrante vaso di terracotta, in forma di un grosso gatto dall’aspetto pacioso, qualcosa di vagamente cinese.
- Tieni, - gli disse, - è per te. Se me lo tratti bene, lunedì faremo l’amore insieme.
Lui rimase perplesso, la ragazza era molto carina, ma cosa c’entrava questo gatto?
Lei uscì subito, vantando chissà quali impegni ( “Sono di corsa, mi aspettano”, aveva detto ). Sempre più perplesso, con l’enorme vaso in mano, chiuse a fatica la porta di casa e si rigirò verso il corridoio.
- E adesso dove lo metto?
E, nel mentre passava in rassegna tavoli e comodini, il vaso - com’è logico e naturale - cadde e si ruppe in mille , e fors’anche tremila, pezzi: della qual cosa subito si disperò. Poi ci si rassegnò, e andò a prendere una scopa.
- Si è rotto... - le disse quando lei tornò.
- Non fa niente, - rispose lei levandosi la sciarpa e il berretto di lana; gli si avvicinò e gli diede un grande e caldo abbraccio, e lui trovò logico e naturale rispondere al bacio di lei con un altro bacio.
"... è uno di quei racconti che sono arrivati da soli, non c'è proprio nulla di autobiografico. Mi piace molto, ancora oggi, questo scrivere per frammenti; ci sono dei frammenti che è un peccato completare. Anche la nostra vita è fatta così, basta pensarci un attimo e si scopre che è fatta più di frammenti che di storie complete. Una conversazione al volo, un sorriso, un'arrabbiatura. Qualche anno fa mi ero trovato di fronte, sul treno, una ragazza molto bella e molto giovane, che si era fatta un segno con la biro proprio sul mento. Che faccio, glielo dico? Magari mi risponde male... e invece no, mi ha ringraziato molto, abbiamo anche fatto una chiacchierata, poi è finita lì, un frammento. ("chissà da quanto tempo è che sono in giro così, e nessuno me l'ha detto")"
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