lunedì 8 giugno 2020

Il pane di Matera




"... Maddalena Tataranni, la sera prima, dopo aver cenato col marito e i suoi due figli, avendo deciso di preparare il suo pane per il primo forno, aveva tirato fuori dalla credenza il lievito messo da parte la settimana precedente e, con tutta l'arte del caso, l'aveva impastato con farina e acqua tiepida.
Qualche ora dopo, era scivolata dal letto nel massimo silenzio, per non disturbare il sonno dei suoi familiari. Aveva acceso il fuoco e aveva messo a riscaldare l'acqua. Su due sedie, poste l'una di fronte all'altra, aveva poggiato il "tavoliere" o madia, dopo averlo pulito con tutta l'accortezza possibile, data la scarsa luce con cui il lume a petrolio illuminava la grotta.
Non tutte le case dei Sassi, infatti, disponevano della corrente elettrica, che solo in alcune ore era miracolosamente fornita da una magica manopola di ceramica ( peraltro " a forfait", cioè a costo fisso e basso, ma anche a bassissima illuminazione. ).
"Mamà, ce ste faj?" ( "Mamma che stai facendo "? ). Uno dei figli di Maddalena si era svegliato. " Nidd, durm. Ié sibt ancar " ( "Niente, dormi. E' presto ancora").
Scampato il pericolo di ritrovarsi con un moccioso da accudire nel momento in cui si compiva il sacro rito del pane, la donna aveva riversato la farina sul "tavoliere", formando una piccola montagna bianca. Aveva quindi affondato la mano destra nella montagna e, ruotandola lentamente, aveva scavato un cratere fino al legno del "tavoliere". Qui aveva deposto il lievito e, versando un po' alla volta dell'acqua salata, aveva cominciato a mescolarlo con la farina.
Maddalena Tataranni aveva imparato a fare il pane da sua madre, sua madre dalla nonna e la nonna dalla bisnonna... "

Nicola Rizzi, C'era una volta il forno di una volta ed. BMG







Qui un video molto bello sulla mia città d'origine
A Matera si sforna ancora oggi il pane "alto". La forma pietrosa, il colore di terra, d'argilla, il profumo caldo, materno somigliano a quelli dei Sassi e della Gravina.




Info 

Nicola Rizzi
Matera ( nelle parole di Nicola Rizzi )
Pane e frittata ( da Basilicata Coast to Coast )


8 commenti:

  1. Pensa che a Milano non distante da Loreto c'è un punto vendita del pane di Matera. Ho anceh avuto modo di assaggiarlo e la titolare mi ha detto che la fa secondo arte e con le indicazioni dovute. Ma credo che mangiarlo lì in zona sia tutt'altra cosa.

    Scusa ma forse non ho capito, è la Tataranni che abbiamo visto anche in TV?
    Post poetico e interessante
    Un salutone

    RispondiElimina
  2. No, non è la Tataranni del telefilm. Il cognome è molto diffuso a Matera:-)
    Il pane di Natera è buonissimo e penso che solo mangiandolo in loco si possa gustare il sapore originario. Ti consiglio di strofinare sopra la fetta dei pomodorini e di ungere il pane con un po’ di olio.😋😋😋😋

    RispondiElimina
  3. Mi hai fatto fare un bellissimo viaggio con il tuo post. La tua terra è bellissima. Mi sembra quasi di sentire il profumo del pane 😍

    RispondiElimina
  4. Me ne sono allontanata e adesso mi è piacevole tornarci con un post o, di tanto in tanto, di persona.
    Grazie, cara! 😊😘

    RispondiElimina
  5. In questo periodo di covid anche noi ci siam fatti il pane da soli, non è stato un rito ma c'è andato parecchio vicino, mancava solo il patos con cui la Tataranni lavorava l'impasto con la consapevolezza di compiere una operazione che veniva da lontano, parecchio lontano.

    RispondiElimina
  6. Si, così lontano che ho scelto di introdurre in questo post l'immagine di una primordiale gravina ( il pane di Matera ne ricorda la forma! )
    Ciao! Buona giornata!

    RispondiElimina
  7. Pensa che ancora non sono mai stata in questa magnifica città. Voglio andarci in primavera, e guardare le sue bellezze assaggiando questo pane.

    RispondiElimina
  8. Il pane vale il viaggio. La focaccia più profumata e il pane più buono di Matera sono sfornati nel panificio “Paoluccio”; ha una minuscola bottega proprio nel corso principale di Matera. Chiedi di questo panificio! :-)

    RispondiElimina