mercoledì 6 novembre 2019

Orchidea


Da S. Remo il grossista Garibaldi rifornisce di fiori Felice detto «orchidea». Felice questa sera aveva i baffi, il cappellino da partigiano finlandese. «Scrivi orchidea perché tutti sanno che offrivo le orchidee, mai mi sono presentato a una festa senza orchidee. Hai scritto orchidea? fai vedere se l’hai scritto... ». Gran ballerino, cliente dell’Apollo Dancing voce bassa, gentiluomo lombardo (mai sentito parlare dei Brioschi di Ascanio Sforza, famiglia di lavandé quando il bucato profumava di campagna?) il Felice intercala il suo parlare con «guarda». Guarda, se ho la gastofobia è perché sono rimasto chiuso in ascensore e l’ultima volta che sono stato per monti e al rifugio Brioschi che si chiama come me, sopra S. Pellegrino.
 Ho sempre lavorato intorno ai fiori per esempio la Clatea, l’orchidea vera che metti in quelle scatole trasparenti che vedi al cinema quando Bogart le regala alla sua donna del « ganster» e lei toglie il nastro e dice «oh, che meravigliosa orchidea!». Ecco, quella lì è una Clatea! Pero mi interessano il Cinvicium cioè l’orchidea a grappoli e il Deudronium delle isole del Brasile, che è uno stelo con tutti i fiori violacci. Nella mia vita una bella scopa d`assi e poi dopo vado a ballare, ma lasciami almeno i miei fiori! Vieni in Corso Garibaldi dal Piccin Elio che è il re dei bonsai perché i giapponesi sono più bravi degli olandesi, come dire gli spaghetti inventati dai cinesi. Dei bonsai ci si innamora: il «Kiro-Kiro» del Giappone ne ha uno di almeno 700 anni e dicono che il suo nonno dei nonni l’ha preso piccino dove c'è il vulcano. Ah, beh, se parliamo di rose è diverso, guarda, a me le rose mi piacciono però ti dico, guarda, che la Gloria di Roma non c'è più e neanche la Mayland. Rimane la Regina Rossa come la mamma cattiva di Biancaneve che però ha la testa grossa e lo stelo non la tiene più. D’accordo, dopo se vuoi ci metti dei fili di ferro ma non è come quando sta su da sola. Dopu me piàsen i «Spaider», una specie di margherite a spicchi, e gli Indianapolis con i pon-pon. Il Delfinum el me pias perché ha la pannocchia e l'Agerpantis sembra un bastone verde con un fiore bianco azzurro (ciuffo di fiori a stellette). No, il Fior di Loto no! è quello che per farlo aprire in negozio devi tirar giù i petali che così la gente controlla se ci sono tutti. Neanche la Bocca-di-leone con quella spiga rossiccia che dopo due giorni cade. Guarda, ti dico io cosa devi prendere per far contento a chi gliela regali. Sai cosa? Una bella Pianta-del-fumo larga più di un metro e vien giù con le foglie a forma di lingue che assorbono gli odori, ti dico io, credici se fumi. Il Felice è un mio amico romantico di piante tropicali e di fiori recisi, ed è bravissimo. L’ho visto allestire un terrazzo in una sola mattinata fumando come un dannato e «guarda, alla svelta perché poi, ore sei, c'è il liscio all'Apollo! ».
(Giovanni Gandini, da "Caffè Milano", Edizioni Scheiwiller / All'insegna del pesce d'oro, 1987, pag.124)

(Giovanni Gandini, libraio ed editore milanese, fondatore della Milano Libri, ideatore e direttore del mensile Linus)
 

4 commenti:

  1. Com'è il cappellino da partigiano finlandese?

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    1. me lo sono chiesto anch'io... temo che non lo sapremo mai

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  2. Peccato per il dettaglio, perché sembra di vederlo, il Felice-orchidea fiorista e ballerino. Quasi un ritratto gaddiano fuori tempo massimo...

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    1. sì, Gandini ha scritto poco ma era bravo in questi ritratti. Le prime annate di Linus, quelle da lui dirette, erano belle anche perché c'era lui dietro :-)
      (è il quinto frammento di Gandini che porto qui)

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