venerdì 8 novembre 2019

Nel retino di Nabokov


Con esche fatte di melassa e birra svaporata, un retino delicato e un barattolo con fondo di ovatta imbevuto d'etere, lo scrittore russo-americano Vladimir Nabokov andò come un bambino a caccia di farfalle per tutta la vita.


"Come una farfallina, ho svolazzato, svolazzato un po' e sono morto" diceva il protagonista del romanzo Bambocciata di Konstantin K. Vaginov.
 Una passione profonda, e anche, in alcuni periodi, un divertente modo per guadagnarsi il pane. Nel 1941, trasferitosi da poco con la famiglia negli Stati Uniti, ricevette dapprima l'incarico di riordinare la collezione di lepidotteri del Museo di Storia naturale di New York e, l'anno successivo, dopo un incontro con il professor Nathan Banks, direttore del dipartimento di Entomologia del Museo di Zoologia comparata di Harvard, ricevette l'incarico come "research fellow", sia pure a tempo parziale, presso quell'Università, di risistemare le collezioni esistenti.
(...)

Nabokov diviene un "cacciatore" anche in letteratura, attira nella sua rete così come le farfalle colorate lo catturano e si fanno catturare: " ciò che davvero conta in letteratura è samanstvo, vale a dire la capacità che l'oggetto letterario ha di incantare, di sedurre a sé il proprio lettore, di catturarlo all'interno dei labirinti del processo stesso della scrittura". Nel momento in cui Nabokov si apprestava a esordire nel campo della prosa, aveva compreso che "nell'arte, come nella scienza pura, il particolare è tutto".
Quando negli anni Cinquanta, Nabokov abbandonò il Museo di Zoologia e si dedicò all'insegnamento della letteratura, le farfalle entrarono anche lì:
" Nel mio corso di letteratura cerco di identificare la farfalla notturna che volteggia intorno alla lampada nella scena del bordello nell' Ulisse. E ci sono tre farfalle in Madame Bovary, una nera, una gialla e una bianca".
 Ma la scoperta più sensazionale di Nabokov è quella che la farfallina nel trittico di Bosch , Il giardino delle delizie, è un esemplare femminile della specie, comune in Europa, denominata Manila jurtina, "classificata da Linneo 250 anni dopo che il nostro pittore l'acchiappò in un prato fiammingo per collocarla nel suo Inferno..."

F.M. Cataluccio; Immaturità, ed. Einaudi ( qui )

( I disegni sono di Vladimir Nabokov )





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