martedì 27 novembre 2018

Flebotomi



Eccomi intento a pensare e scrivere cose profonde davanti al pc: assorto, concentrato, fors'anche ispirato, e un minuscolo flebotomo si materializza davanti al monitor. E' quasi certo che mi ha già punto, anche se riesco ad acchiapparlo non avrò un gran guadagno. Forse, viene da pensare, è questo il vero senso della mia presenza su questa terra: cibo per zanzare, e per flebotomi puntiformi. Forse, flebotomi e zanzare sono il culmine della Creazione: loro, e non noi.


I flebotomi (alla lettera, "i tagliavene" - la stessa radice etimologica delle fleboclisi e delle flebotomie) esistono da sempre, ma io fino a una decina di anni fa ne ignoravo l'esistenza; poi si sono moltiplicati anche qui, e oggi è difficile schivarli. Ci sono anche d'inverno, nelle nostre case sopravvivono benissimo; poi d'inverno con le finestre chiuse li trovo morti stecchiti sui serramenti (cercavano di uscire ma non ci sono riusciti) ma ormai avevano già colpito. Da morti, a meno di non essere presbiti, anche senza lente d'ingrandimento si vede bene che sono attrezzati per pungere e succhiare; dopo un po', con l'esperienza, anche quando volano li si distingue facilmente dalle innocue drosofile (i moschini della frutta). Ce ne sono di piccoli e di piccolissimi, veri puntini volanti; ci sono anche i loro parenti pelosi (quelli li vedo da sempre, soprattutto in bagno) che però non pungono. Flebotomo è un nome difficile, troppo da scienziati; c'è chi li chiama pappataci e dunque in questo caso, pressoché impossibilitato a difendermi, provo a consolarmi riascoltando Rossini (L'italiana in Algeri, anno 1813: qui). Del resto, cos'altro potrei fare.


(Benjamin Rabier, 1900 circa)






8 commenti:

  1. Mi dici come sono capitati i flebotomi nell'Italiana in Algeri? :-)

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  2. Sono pappataci :-) nell'Italiana in Algeri gli uomini fanno tutti la figura dello stupido, a parte l'innamorato. A trionfare è Isabella, che sa come superare i capricci della sorte.
    Comunque sia, per amore di Isabella il bey concede a quello che si è presentato come zio (in realtà un amante scaricato, Taddeo) il titolo onorifico di kaimakan; presentendo forse uno scherzo, Taddeo ricambia concedendo al bey il titolo onorifico di Pappataci. Titolo ben accolto, perché - così spiega Taddeo, coadiuvato dal giovane nuovo innamorato di Isabella - un Pappataci deve mangiare, bere, dormire. E' quasi la trama del Ratto dal Serraglio di Mozart, con la differenza che in Mozart ci sono dei personaggi seri, qui proprio no...
    Una curiosità è che il libretto non fu scritto per Rossini, ma un compositore che si chiamava Mosca, all'epoca di gran successo ma poi dimenticato.

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  3. Giuseppe Mosca, napoletano, 1772-1839
    :-)
    ho anche un amico che si chiama così.

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  4. Io detesto tutto ciò che vola per puntare un essere umano e pungerlo.
    Non ce la posso fare. Ho imparato a detestare l'estate non solo per il caldo, ma per tutto questo proliferare di insetti sanguisughe. A parte i flebotomi, l'ultima schiusa di zanzare è stata a fine ottobre, ci rendiamo conto?

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    1. i flebotomi vivono benissimo nelle nostre case, basta pochissimo, un vaso di fiori, le tubazioni del lavandino... Danno meno prurito delle zanzare, ma insomma.

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  5. Anche a me zanzare e succhiasangue in genere suggeriscono l'idea che il mondo non sia stato creato per l'uomo. Cosa dico una zanzara: basta una mosca a mettere in crisi l'antropocentrismo :-)

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    1. infatti esistono da ben prima che arrivassimo noi
      Jurassic Park docet
      :-)

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