domenica 13 maggio 2018

Gatto falso, cane bugiardo


Una delle tante idiozie assurte a dignità proverbiale, e contro le quali la scienza vanamente si batte, è l’opinione che i gatti siano falsi. E' escluso che il gatto si sia procacciato questa fama per il modo circospetto con cui si accosta alla preda, perché anche le tigri e i leoni usano la stessa identica tattica. D’altra parte al gatto non si rimprovera di essere sanguinario, benché, al pari di quegli altri animali feroci, anch'esso uccida la preda mordendola. Non conosco alcun comportamento specifico del gatto per cui lo si potrebbe definite “falso”, magari a torto, ma con una qualche plausibilità. Sulla faccia di pochi animali il conoscitore può in ogni momento leggere così chiaramente lo stato d’animo come del gatto: si capisce sempre ciò che gli passa per la testa, e sempre si può sapere quel che ci si deve attendere da lui il prossimo istante.
Come è inconfondibile la sua espressione di fiduciosa cordialità, quando volge all'osservatore il suo musetto liscio con le orecchie dritte e gli occhi bene aperti, come si traduce immediatamente nella mimica dei muscoli del muso ogni ondata di eccitazione, ogni moto di paura o di ostilità! Nel gatto che ha mantenuto i colori della forma selvatica la striatura del muso rende ancor più evidenti i lievi movimenti della pelle, aumentando cosi l'intensità espressiva della mimica, ed è questa una delle ragioni per cui io preferisco a tutti gli altri il gatto tigrato, che ha ancora i colori della forma selvatica: basta un minimo cenno di diffidenza, ancora ben lontano dalla paura, e i suoi occhioni innocenti si fanno un po’ lunghi e obliqui, le orecchie abbandonano la loro posizione eretta e “affettuosa”, e non occorrerebbero neppure le sottili variazioni della postura e le oscillazioni della punta della coda per avvertirci del suo cambiamento di umore. E come sono espressivi i gesti di minaccia del gatto, come si differenziano radicalmente secondo l'oggetto cui essi si rivolgono, secondo che si tratti di un uomo amico che si e preso un po’ troppa confidenza, o di un vero, temuto nemico. Ma sono anche molto diversi se si tratta di una minaccia puramente difensiva, oppure se il gatto, sentendosi superiore all’avversario, gli annuncia la sua intenzione di aggredirlo. E non manca mai di farlo: a parte gli esemplari psicopatici, infidi e folli, che tra i gatti di razza molto selezionata non sono più frequenti che tra i cani di pari condizioni, il gatto non graffia e non morde mai senza prima aver messo seriamente e chiaramente in guardia l'offensore, e anzi di solito, subito prima dell’attacco, si assiste a un improvviso aggravamento dei gesti di minaccia, che già erano andati facendosi sempre più decisi. E' come se il gatto volesse in questo modo notificare un ultimatum: «Se non la smetti immediatamente, sarò costretto mio malgrado a passare alle rappresaglie! » .
Di fronte alle minacce di un cane, o in genere di un grosso animale da preda, il gatto notoriamente risponde inarcando la schiena: la gobba, assieme al pelo arruffato del dorso e della coda (che viene tenuta un po’ obliqua), lo fanno apparire al nemico più grosso di quanto non sia in realtà, tanto più che esso offre un poco il fianco all’avversario, in un atteggiamento che è simile a quello di “imposizione” di alcuni pesci. Le orecchie sono appiattite, gli angoli della bocca tirati indietro, il naso arricciato. Dal petto della bestia sale un lieve brontolio metallico che suona terribilmente minaccioso, e che di tanto in tanto, mentre si fanno più profonde le increspature del naso, si trasforma in quel caratteristico “soffiare”, fatto di sbuffi emessi a fauci spalancate e con i canini bene in evidenza. (...)
Konrad Lorenz, Gatto falso, cane bugiardo , da "L'anello di re Salomone" (traduzione di Laura Schwarz, ed. Adelphi)


(le tre immagini erano in rete, purtroppo senza indicazioni;
quella con la macchina per scrivere è datata 1910)

2 commenti:

  1. Tutto molto azzeccato, naturalmente e che mi trova d'accordo su ogni fronte della descrizione dei comportamenti (anche se uno dei miei gatti è completamente bianco).

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  2. è un libro scientifico, anche se scritto in maniera molto affabile :-) va avanti per un capitolo intero.
    I gatti tigrati sono belli, però ne ho conosciuti pochi. I siamesi e i persiani penso che siano altrettanto vicini ad un ramo selvatico, però tutti i gatti sono sempre almeno un po' selvatici (attenzione alle unghie!)
    :-)

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