La Sirena o, come si dice in irlandese, la Moruadh o Murrùghach (da muir, mare e oigh, ragazza) è una presenza non infrequente sulle coste più selvagge. Ai pescatori non piace vederla perché preannuncia sempre burrasca imminente. Le Sirene maschio (se si può usare una tale espressione - non ho mai sentito il maschile di Sirena) hanno denti verdi, capelli verdi, occhietti porcini e naso rosso, ma le loro donne sono bellissime, con coda di pesce e piccoli piedi palmati simili a quelli delle anatre. A volte - e non si può biasimarle - esse preferiscono ai loro amanti marini degli aitanti pescatori. Si dice che il secolo scorso, vicino a Bantry, fosse vissuta una donna tutta coperta di squame come un pesce e che fosse il frutto di una unione di tal tipo. Certe volte escono dal mare e vagano per la spiaggia sotto forma di piccole mucche senza corna. Quando assumono il loro vero aspetto, portano un cappello rosso chiamato cohullen druith, di solito coperto di piume; se viene loro rubato, non possono tornare ad immergersi tra le onde.
Il rosso è, in ogni paese, il colore
della magia, ed e sempre stato così da tempo immemorabile. I
cappelli delle fate e dei maghi sono sempre rossi.
(William Butler Yeats, Fiabe irlandesi,
pag.61 ed.Einaudi 1981 trad. Maria Giovanna Andreolli e Melita
Cataldi)

La seconda storia, "Il funerale di
Flory Cantillon", racconta invece del matrimonio fra un uomo e
una sirena, e della loro discendenza: quando uno della loro famiglia
moriva, racconta la leggenda, veniva seppellito sotto il mare; ed in
certi giorni particolari era possibile vedere sott'acqua la cappella
del loro cimitero.
La terza storia, "La signora di
Gollerus" narra del matrimonio fra un uomo e una sirena. La
moglie sarà brava e avranno dei figli, ma a un certo punto lei
scomparirà e non se ne avrà più notizia, lasciando al marito la
cura dei figli. La sirena è così descritta:« una creatura giovane
e bella che si pettinava i capelli d'un colore verde mare». Il
protagonista (si chiama Dick) le ruba il berretto magico, così lei
non può più immergersi e comincia a piangere. Allora Dick le si
avvicina e la prende per mano:« non c'era nulla di sgradevole in
quella mano, soltanto fra le dita aveva una piccola membrana, come
quella che si vede nei piedi delle anitre, ma era sottile e bianca
come la pelle fra l'uovo e il guscio.»
(l' immagine viene da "Kladderadatsch", 1943)
Queste fiabe sono bellissime, meglio, molto meglio di quelle su principi e principesse! Buon anno a voi!
RispondiEliminaYeats è un autore che ho frequentato poco, dovrò rimediare. A questo libro sono affezionato, è parente stretto di quello di Calvino sulle Fiabe italiane.
RispondiEliminabuon anno anche a te
:-)
Leggendo queste cose mi sembra (mi sembra!) che le sirene (soprattutto femmine, sui maschi calerei un velo pietoso) siano la figura di una consapevolezza di umana inadeguatezza (la piccola membrana come quella che si vede ai piedi delle anatre, ma sottile e bianca come la pelle fra l'uovo e il guscio, una deformità che c'è e non c'è), come quando un dolore o un disagio notturno si trasformano, nel sogno, in un oggetto o una strana concrezione del corpo... Anche il fatto che abitino l'acqua, un elemento in cui non si nsta, o si sta poco (io poi ci sto male, forse è per quello!)
RispondiEliminain Irlanda c'è il mare, sui corsi dei fiumi abitano Lorelei e le ondine, nella mitologia greca c'è una quantità di ninfe driadi spiriti per ogni luogo, Omero ha delle sirene spaventose, Shakespeare si è inventato Ariel... noi oggi abbiamo un immaginario molto più limitato, viene da dire.
RispondiEliminaper gli irlandesi, a quanto si legge nei racconti tramandati da Yeats, le sirene femmine sono ottime mogli e madri ma sentono sempre il richiamo del mare e possono abbandonare la famiglia se non ci si sta attenti; i maschi sono compagni di bevute...
Ma Lorelei non stava sul Reno? Zu Bacharach am Rheine...
Eliminasì, ho allargato il discorso ai fiumi e a tutti i luoghi :-)
RispondiEliminanon so se conosci James Stephens, La pentola dell'oro...
non credo però che esistano ninfe del cemento armato, ormai per molta gente è quello l'habitat naturale (che tristezza)
Non conosco James Stephens, vedrò di colmare la lacuna :-)
RispondiElimina"che tristezza": caro mio, siamo all'inizio di una mutazione antropologica (che tristezza)
era un amico di Joyce. Ti dò un punto di partenza: "il dio Pan è morto" (si parla di maghi, di folletti, e non solo)
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