venerdì 9 dicembre 2022

Nella grande solitudine

fotogramma di Salmonberries


 Dal racconto "Nella grande solitudine" in Le civette impossibili di Brian Phillips


Colin aveva un modo fascinosamente bizzarro di continuare a guardarti negli occhi pur morendo di imbarazzo per il fatto di essere osservato - lo stesso che potrebbe avere tua cugina dark quindicenne. E' una cosa che ho notato più volte negli abitanti delle zone remote dell'Alaska, la sensibilità totale e indifesa nei confronti degli sconosciuti. Era come se l'isolamento avesse impedito loro di rendersi insensibili alla presenza degli altri. Quando cammini per strada a Manhattan riesci magari a intuire che ogni persona che incroci è una costellazione di memorie e sensazioni vasta e unica quanto quello che hai dentro tu, ma è impossibile apprezzarlo davvero, una persona dopo l'altra: diventeremmo pazzi. Vivere tra la folla ci anestetizza all'effetto dei volti. La terra incognita di ogni sguardo, come la chiamava Saul Bellow. Ma se ti fai due passi nell'Alaska remota, anche solo per comprarti un sacchetto di patatine al negozio del paesino, spesso la reazione che ottieni è tipo: SALVE, VASTO E TERRIFICANTE COSMO DELLA PERSONALITA'. I varchi sono spalancati.

 

 

2 commenti:

  1. Scusa, sono ancora io. Ho eliminato il commento di prima per errori di ortografia. Ecco quello corretto.

    Bello questo scritto (bravo B. Phillips) che descrive così bene le solitudini, come quando parla di Manhattan che mi sembrano proprio così, vere e reali. A volte percepisco qualcosa del genere quando sono in centro a Milano (quelle poche volte che ci vado, perché evito).

    E condivido l'idea che ogni persona è una costellazione di memorie e sensazioni che camminano insieme alla persona.

    Sempre piacevole il tuo blog.
    Un salutone e alla prossima

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  2. Anche a me è sembrata un'osservazione illuminante, per questo ho voluto riportarla qui. B. Philipps ne " Le civette impossibili" dissemina "epifanie". Il libro mi piace perché raccoglie resoconti di viaggi in luoghi diversi e sempre Philipps si dà la possibilità, attraverso il racconto, di mettere in evidenza aspetti culturali e umani interessanti.
    Grazie per il tuo commento!
    :-)

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