Da "Diceria dell'untore" di Gesualdo Bufalino
" Sì, era questo il segreto: scappare dentro il sonno e allogarcisi dentro, farci nido dentro, come chi indossa un vecchio maglione. Fuori ne restassero gli altri, e la loro salute, e le loro gengive rosse, i passi che vanno non si sa dove e vogliono non si sa che. E smettesse una buona volta il cuore di suonare a martello, il metronomo della goccia di torturare nel lavandino la mosca cavallina a zampe in su, precipitata dalla cornice di porcellana. Insomma, che vogliono gli altri, la luce, che vuole? Io ho la mia parete, lì avanti, con una fandonia dipinta. E i miei sogni d'oro zecchino, prima di chiudere gli occhi. E il sonno, infine: sepolcro sprangato, placenta di madre antica, nave solare per andarmene come un re."
"Io col passato ho rapporti di tipo vizioso, e lo imbalsamo in me, lo accarezzo senza posa, come taluno fa coi cadaveri amati. Le strategie per possederlo sono le solite, e le adopero tutte e due. Dapprincipio mi visito da forestiero turista, con agio, sostando davanti a ogni cocciopesto, a ogni anticaglia regale; bracconiere di ricordi, non voglio spaventare la selvaggina. Poi metto da parte le lusinghe, l'educazione, lancio a ritroso dentro me stesso occhi crudeli di Parto, lesti a cogliere e fuggire. Dagli attimi che dissotterro - quanti ne ho vissuti apposta per potermeli ricordare! - non so cavare pensieri, io non ho una testa forte, e il pensiero o mi spaventa o mi stanca. Ma bagliori, invece... bagliori di luce ed ombra, e quell'odore di accaduto, rimasto nascosto con milioni d'altri per anni e anni in un castone invisibile, quassopra, dietro la fronte... Sento a volte che basterebbe un niente, un filo di forza in più o un demone suggeritore... e sforzerei il muro, otterrei, io che il Non Essere indigna e l'Essere intimidisce, il miracolo del Bis, il bellissimo Riessere..."
Beh, anch'io ho un rapporto col passato in cui in molti casi lo accarezzo quanto basta perché sia ancora vivo e presente dentro di me. Ma non parlo solo delle esperienze belle e positive ma, a volte, anche con le esperienze non facili che mi hanno separato da persone che amavo ad esempio.
RispondiEliminaOppure fasi di cambiamento che sembravano facili ma che si sono dimostrate difficili, a volte complicate, e che hanno creato un certo livello di dolore non solo per me. Sono i distacchi le fasi più difficili, staccarsi da cose o persone con cui hai condiviso tante cose. Ma poi arriva il cambiamento che modifica tutto. Quando vai avanti nella vita è così: a volte (certo non sempre) c'è un "prezzo" da pagare per cambiare ma è l'unica soluzione per crescere. E il cambiamento agisce da dentro prendendo spunto da fuori e ti apre gli occhi su cosa fare. Cogliere al volo direi per non perdere l'occasione nuova.
Sono ricordi che di tanto in tanto tornano a farmi visita, magari anche nei sogni e poi ci sono i presagi. Quei segnali che simbolicamente ti dicono: "Guarda che le cose stanno per cambiare. Preparati...".
Wow...guarda te come poche righe di uno libro riescono a farmi scrivere pensieri importanti. Spero di non essere uscito fuori tema.
Comunque un bel post che fa riflettere, pensare e rimuginare.
Un salutone e alla prossima
Il protagonista del romanzo ha coscienza di non avere futuro o di averne pochissimo, in quanto ammalato gravemente. La vicenda raccontata è quella dello stesso autore che, da giovane, passa un lungo periodo in un sanatorio. Riuscirà a uscirne e infatti Bufelino potrà raccontare il tempo trascorso da malato nel suo “Diceria dell’untore”. Il termine “diceria” indica, nelle intenzioni dell’autore, proprio la narrrazione che conduce e che lo porta a rievocare la condizione di condannato. Nelle tue belle riflessioni, parli di cambiamento necessario, è quello che solitamente la vita richiede; la situazione del protagonista è invece sospesa dalla stessa aspettativa della morte. Forse per questo sognare e ricordare sono le sole strategie a cui ricorrere per procurarsi la sensazione di dominare il tempo e di viverci dentro con pienezza. Grazie per il tuo commento! Buona giornata😊
EliminaPagine splendide. Parole toccanti.
RispondiEliminaQuanto è ingiusto trascurare certi autori che sono come giganti...
Pensa che ho letto solo qualche giorno fa questa preziosa opera! È un capolavoro!
RispondiEliminaGrazie, Luz; buona giornata!🤗
"Diceria dell'untore" è un grandissimo romanzo, di valore inestimabile, con un incipit da imparare a memoria. Lo lessi dopo poco tempo dalla sua uscita e ne rimasi folgorato. E conobbi Gesualdo Bufalino - questo esordiente ultrasessantenne - e la sua opera successiva che sarebbe presto giunta. "Le menzogne della notte", "L'uomo invaso", "La luce e il lutto", ecc., tutti grandi libri, inevitabili. Lessi (e poi rilessi più volte) "Diceria dell'untore" quando mi sembrava che la letteratura italiana stesse divenendo progressivamente e inesorabilmente una creatura esangue, prossima alla mummificazione. E poi apparve questa perla selvaggia, una sorpresa, la scoperta insperata di un nuovo mondo meraviglioso, un lessico e uno stile lussureggiante, un'opera dotata di un'anima vivissima. Grazie tante delle tue citazioni, del tuo omaggio. Siccome è difficile dire altro sul libro, mi riferisco a una curiosità, a una minuzia presente in "Diceria". Ricordi il racconto dell'enigma, dei tre condannati a morte che devono risolvere, per salvarsi, l'enigma dei tre cappelli bianchi e dei due neri? Sei riuscita a trovare la soluzione? E' risolvibile, ma richiede un bell'esercizio di logica (non calcolo delle probabilità, ma stringenti "ragioni ragionate"). Potresti proporlo anche ad altri...
RispondiEliminaGrazie mille ancora con l'augurio di una bellissima giornata,
Subhaga Gaetano Failla
Carissimo, pensa che mi sono accostata a Bufalino solo qualche settimana fa, pur avendo da tempo coscienza della sua fama e del suo denso e preciso stile. Sicuramente leggerò gli altri suoi scritti. Tra le tante espressioni fulminanti trovate in “Diceria dell’untore”, una mi è rimasta in mente e voglio riportarla qui : “inerzia di sasso”. Vero che è un’immagine che incanta per la sua efficacia espressiva? Sei stato fortunato a conoscere Gesualdo Bufalino. Ho letto il modo in cui è stato scoperto da Elvira Sellerio e mi ha colpito che fosse riluttante a mostrare i suoi scritti, rivisti e limati infinite volte. Doveva essere un uomo di quelli la cui amicizia è un privilegio. L’enigma lo ricordo ma non sono bravissima a sciogliere indovinelli, forse perché mi piace che rimanga intorno a loro il mistero che li accompagna. Comunque la tua è una buona idea. Magari posso proporlo tra qualche tempo nel blog!
RispondiEliminaGrazie di cuore! Buona giornata!😊
Eh, sì, dalla penna di Bufalino uscivano molteplici incantesimi, come quello riportato da te... Purtroppo non l'ho incontrato di persona. Quando parlavo di conoscenza mi riferivo alla sua opera. La "Diceria" la lessi quasi quarant'anni fa per merito di un carissimo amico che aveva un carteggio con Bufalino (ancora esistevano le lettere di carta!).
RispondiEliminaTi abbraccio e ti ringrazio di cuore a mia volta,
Subhaga
In ogni caso, la conoscenza di un autore attraverso i libri è più intima:-)
RispondiEliminap.s.
...ho appena ordinato altri libri di Gesualdo
Ancora grazie! :-)