lunedì 12 ottobre 2020

Umano, troppo umano

Nietzsche esce dal suo albergo a Torino. Vede davanti a sé un cavallo e un cocchiere che lo colpisce con la frusta. Nietzsche si avvicina al cavallo e, sotto gli occhi del cocchiere, gli abbraccia il collo e scoppia in pianto. Ciò avveniva nel 1889 e a quel tempo anche Nietzsche era già lontano dagli uomini. In altri termini, proprio allora era esplosa la sua malattia mentale. Ma appunto per questo mi sembra che il suo gesto abbia un significato profondo. Nietzsche era andato a chiedere perdono al cavallo per Descartes. La sua pazzia (e quindi la sua separazione dall'umanità) inizia nell'istante in cui piange sul cavallo. È questo il Nietzsche che amo, così come amo Tereza sulle cui ginocchia riposa la testa di un cane mortalmente malato. Li vedo l'uno accanto all'altra: entrambi si allontanano dalla strada sulla quale l'umanità, ''signora e padrona della natura'', prosegue la sua marcia in avanti. 
 
Milan Kundera, L'insostenibile leggerezza dell'essere, ed. Adelphi
Traduzione di Giuseppe Dierna
 


( l'illustrazione è di Quint Buchholz )

12 commenti:

  1. Trovo la "divinità" negli occhi di un ani-male

    RispondiElimina
  2. Significativemente contemporanea e di feroce attualità questa frase sull'umanità "signora e padrona della natura", su cui occorrerebbe rivedere la criticità dei rapporti di forza e interazione.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ho l'impressione che il ribaltamento della visione sia imminente...

      Elimina
  3. Hai rievocato una scena e un momento della vita di Nietzsche da brividi. Negli anni scorsi sono passato più a Torino proprio dove è successo ciò che hai narrato (credo che ci sia anche una piastra ricordo). Il rapporto fra l'umanità e la natura è sempre molto attuale, oggi più che mai, con tutti i suoi aspetti.

    Ad esempio la natura ha impiegato non so quanti milioni di anni per creare il petrolio, nato da varie fasi della terra fatto di terremoti, fusioni di vari elementi naturali e altro. L'uomo lo sta consumando tutto nel giro di poco più di un secolo...(ho scritto così di getto)
    Un salutone

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie per questo tuo contributo. La narrazione comunque non è mia ma di Kundera:-)

      Elimina
  4. Quest’illustratore mi piace moltissimo. Grazie per avermelo fatto scoprire.

    RispondiElimina
  5. Figurati! :-) C'è un sito tutto suo, prova a visitarlo!

    RispondiElimina
  6. Sono andato a visitare il sito personale di Quint Buchholz ed è veramente bello, una meraviglia. Non lo conoscevo, pur essendo stato tante volte in Germania negli anni passati lavorando nella cultura. Grazie, è bello passare dal tuo blog e un salutone

    RispondiElimina