lunedì 14 settembre 2020

This mortal coil


Ho trovato in giardino una mantide, quasi adulta, che si è aggrappata ai miei capelli (quei pochi che restano) e mi ha fatto solletico sul collo. Stavo sistemando un po' una siepe, e dopo aver pensato, come sempre, che è una fortuna che lei sia così piccola e io così grande (se fossimo grandi uguali lei mi mangerebbe senza dubbio), l'ho presa con delicatezza e l'ho appoggiata sempre sulla siepe, ma da un'altra parte. In fin dei conti, dato che mangia altri insetti anche nocivi (ahimè, non solo quelli nocivi) è una mia potenziale alleata. Dopo qualche giorno ho trovato la sua pelle, ormai inutile e abbandonata: le mantidi, come le cavallette, non hanno il bruco ma crescono lentamente cambiando pelle; è la grande divisione nella classe degli Insetti, i nomi esatti sono olometaboli (farfalle e coleotteri, che hanno il bruco e la metamorfosi) ed eterometaboli, come mantidi e cavallette. Forse, la mia mantide adesso è adulta e ha già messo le ali; qui rimane la sua spoglia intatta. Per i nostri avi, queste metamorfosi e questi cambiamenti di pelle erano simboli, o metafore, di immortalità e di eterna giovinezza, forse anche di rinascita o di reincarnazione. La vita non finisce qui, insomma: dal punto di vista scientifico il ragionamento non torna del tutto, ma l'immagine è comunque suggestiva. In passato era infatti frequente trovare immagini di farfalle sulle lapidi; e l'idea del cambiamento di pelle come rigenerazione (anche nei serpenti) era già nell'epopea di Gilgamesh, il poema più antico dell'umanità che sia mai giunto fino a noi, o in Tiresia ed Asclepio nella cultura greca e poi romana. Oggi sono rimasti in pochi a fare attenzione a queste cose, quasi sempre davanti a queste apparizioni nelle nostre case ci sarebbero grida d'orrore e profluvio di insetticidi, ma per chi vuole riflettere, almeno per un istante, su come funziona davvero il mondo in cui viviamo, queste occasioni andrebbero raccolte con cura.

To die, to sleep -
to sleep, perchance to dream, ay there's the rub,
for in that sleep of death what dreams may come
when we have shuffled off this mortal coil,
must give us pause (...)
(William Shakespeare, Hamlet)
(alla lettera, secondo il mio dizionario, "coil" è una spirale, un rotolo, una serpentina, un rocchetto di filo: l'immagine antica delle Parche, verrebbe da dire.) ("to shuffle off" è "liberarsi di", e "rub" indica strofinare, sfregare fra le dita)



(la foto è mia, e mostra una mantide adulta, o meglio anziana: 
non più verde, si mimetizza meglio in autunno)

2 commenti:

  1. È bello questo tuo post.
    Ho cambiato casa da poco, ora abito in collina, circondata dal verde. Devo ammettere che gli insetti, molto in generale, non sono nelle mie corde. Eppure quello che scrivi è vero, bisognerebbe prestare attenzione al funzionamento di certi meccanismi. In veranda in questi giorni si sono posati insetti piccoli, marroni, sembrano di corteccia, piccole foglie secche. Sono rimasti immobili, sospetto si tratti della forma pupale di farfalle.

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  2. è sempre meglio stare attenti, gli insetti possono essere pericolosi e per questo è bello saperli riconoscere. La mantide sarebbe pericolosissima, ma per noi è innocua. Posso dirti che l'ho ritrovata altre due volte, probabilmente è proprio la stessa, e ogni volta l'ho riaccompagnata nel posto dove l'ho presa (ne avrà concluso che sono un gran rompiscatole!)

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