venerdì 14 febbraio 2020

Serenata sotto la luna


Una serenata, direi così famosa che la conoscono tutti, magari senza sapere che è di Schubert. Il testo, per una volta, non è di quelli memorabili (leggeri scorrono i miei canti nella notte, verso di te; qui nel bosco silenzioso, cara, vieni da me! ...) Non è Heine, e nemmeno Goethe; ne è autore Ludwig Rellstab e direi che può piacere, ma vale qui ciò che si dice da sempre dei libretti d'opera, "con la musica di Verdi anche Francesco Maria Piave diventa Leopardi". Ma qui mi conviene fermarmi, già troppe parole. Buon ascolto.

nell'ordine: Hans Hotter , Jussi Bjoerling, Thomas Quasthoff e Claudio Abbado, Sergej Rachmaninov

 
(Albert Anker, 1887)
Ständchen (Serenade)
(Musica di Franz Schubert, testo di Ludwig Rellstab)
Leise flehen meine Lieder
Durch die Nacht zu dir;
In den stillen Hain hernieder,
Liebchen, komm zu mir!
Flüsternd schlanke Wipfel rauschen
In des Mondes Licht;
Des Verräters feindlich Lauschen
Fürchte, Holde, nicht. 
Hörst die Nachtigallen schlagen?
Ach! sie flehen dich, 
Mit der Töne süßen Klagen 
Flehen sie für mich. 
Sie verstehn des Busens Sehnen,
Kennen Liebesschmerz,
Rühren mit den Silbertönen 
Jedes weiche Herz. 
Laß auch dir die Brust bewegen,
Liebchen, höre mich! 
Bebend harr' ich dir entgegen!
Komm, beglücke mich!

4 commenti:

  1. E' uno dei brani di schubert che amo di più. Hai scelto una delle versioni più belle. C'è anche la versione cantata dal baritono Olaf Baar che non è male. Dal prossimo post che farò dedicherò ogni settimana ad una versione storica su disco di varie arie d'opera. Bel post con anche il testo e i vari link
    Un salutone

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    Risposte
    1. Hans Hotter è il mio interprete di riferimento per Schubert... è incredibile come riesce a piegare una voce così potente (l'ho anche ascoltato alla Scala, già anziano, come Sprecher nel Flauto Magico diretto da Sawallisch). Bjoerling è l'esatto opposto, ma è sempre grande; Quasthoff con Abbado tocca direttamente nell'anima (l'orchestrazione è di Offenbach). E due grandi pianisti, Gerald Moore con Hotter e l'inarrivabile Rachmaninov.
      Poi, certo, è così bella che tutti l'hanno voluta cantare... la scelta sarebbe infinita.

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