giovedì 16 maggio 2019

Il gatto nero ( II )


Magari fossero vere le superstizioni, mi viene sempre da dire quando si affronta l'argomento: basterebbe stare attenti a quel giorno lì, e amen. Invece no, la sfortuna non bada al giorno e alla data, che sono mere invenzioni umane. La sfortuna non colpisce solo il venerdì 13 o 17, ma anche in qualsiasi altro giorno pari o dispari della settimana, senza badare ai festivi e alle ricorrenze. Mia mamma, per esempio, è nata di venerdì 17: siccome era gennaio, è la festa di Sant'Antonio Abate e tutti la invidiavano in casa perché in campagna era festa grande (Sant'Antonio Abate è il protettore degli animali, e nella fattoria ce ne erano tanti).

(Ernie Bushmiller)

Ragionando sui gatti neri, nel post precedente, mi è tornata alla memoria questa antica storia oscura, che di sicuro conoscerete già in qualche altra versione. Ovviamente, un gatto nero è solo un gatto nero e fa le fusa come tutti i gatti: basta trattarlo bene e volergli bene, e si è ripagati. La storia però è questa, e la riporto nella versione di mia nonna, così come la raccontava a mia mamma e alle sue sorelle, quand'erano bambine:


IL GATTO NERO
Di notte, sulla strada da Mezzano Ròndani a Colorno, in una notte di luna, una donna trova un gatto passando davanti al cimitero. E' un bel gatto, e se lo porta a casa. Il gatto era tutto bagnato, lo mette vicino alla stufa per riscaldarsi e dopo un po' il gatto ride.
- Toh! ho mai vist un gàt a rider. - dice la donna.
- E io non ho mai visto una donna tirar su un gatto davanti al cimitero - risponde il gatto, e sparisce.
(racconto di mia nonna Giromina, verso la fine degli anni '30, Parma)

(Koloman Moser, 1904)



 


2 commenti:

  1. Risposte
    1. sono ancora gli anni in cui c'era buio nelle strade e poca luce nelle case :-)
      oggi non sappiamo quasi più che cosa è veramente il buio...

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