sabato 9 marzo 2019

Chirone e Giasone


Tutto è santo, tutto è santo! Non c'è niente di naturale nella natura (...) Quando la natura ti sembrerà naturale, tutto sarà finito (...) Ti sembra che un pezzetto solo non sia innaturale e non sia posseduto da un dio? (...) In ogni punto in cui i tuoi occhi guardano è nascosto un dio, e se per caso non c'è, ha lasciato lì i segni della sua presenza sacrao silenzio o odore di erba o fresco di acque dolci.
Eh sì: tutto è santo! Ma la santità è insieme una maledizione.
Gli Dei che amano in un tempo stesso odiano.




Giasone bambino e Chirone ( fotogramma di "Medea" )



Le prime sequenze di Medea di Pier Paolo Pasolini sono bellissime. In un ambiente in ombra da cui si intravede  un paesaggio addolcito da una  luce che smussa ogni limite, Chirone racconta a Giasone, ancora bambino, la storia delle sue origini; il centauro continua il suo racconto fuori dalla capanna, mentre Giasone gli è in  groppa. Il bimbo ascolta ma non sembra capire. Nella inquadratura successiva i due sono distanti, quel tanto che basta a sottolineare che Giasone è cresciuto, è un individuo, può stare da solo. "Tutto è santo, tutto è santo" dice il centauro e infatti ogni cosa,  ogni essere pare un'espressione divina, fuori dal tempo e intrisa di luce.  Ma è un attimo; le sequenze successive vedono Giasone già uomo, nella capanna/grotta mentre ascolta Chirone e poi, all'esterno, su un dosso; è pronto, ormai,  a lasciare chi lo ha protetto e istruito  e a entrare in una storia.

Qui il film 

2 commenti:

  1. Bel racconto da Pasolini (bello quando dice: "In ogni punto in cui i tuoi occhi guardano è nascosto un dio").
    Un salutone e buon fine settimana

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  2. Si, nei film di Pasolini la componente mitica non manca mai. È questo, penso, a rendere le sue opere poetiche, anche quando le scene sono insostenibili per la violenza rappresentata, come nel caso del film in questione, Medea.

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