mercoledì 20 giugno 2018

Philip Glass















Inizia ad aver confidenza con la musica da bambino. Il padre ripara radio e vende dischi e, vista la modesta richiesta di musica classica,  scarta i vinili invenduti e li mette a disposizione dei figli: che li  ascoltino almeno loro!


 Philipp Glass inizia molto presto a suonare: prima  il violino, poi il flauto e, dopo qualche anno, il pianoforte. Maggiorenne,  da Baltimora si trasferisce a New York: vuole diventare compositore; completa i suoi studi a Parigi; ha come insegnante Nadia Boulanger.
Non ha molta simpatia per la musica dodecafonica e seriale. E' attratto da altro, da qualcosa che però ancora non c'è e alla cui definizione finisce per concorrere il sistema musicale orientale del quale  la reiterazione, caratteristica della musica di Glass, è parte importante.



Qui per l'ascolto






4 commenti:

  1. Ho ascoltato tutto, ma temo che sia troppo raffinato per me. E' come la storia di quei marinai a cui servirono caviale e che si lamentarono che la marmellata sapeva di pesce :-)

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  2. A me piacciono le composizioni con minime variazioni su una linea musicale molto semplice, o comunque con iterazioni. L'effetto è straniante, ipnotico e penso che sia proprio questo, conoscendoti ormai un po', a non convincerti.:-)

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    1. Non saprei, probabilmente hai ragione. L'inizio e in generale le parti "adagio" mi piacciono. Ma c'è tutta una (o più) parti centrali rapide e estremamente ripetitive che mi fanno l'effetto di un trapano nella testa...

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  3. Effettivamente l'effetto martello pneumatico è abbastanza fastidioso ma è limitato a pochissime composizioni. Glass si è cimentato in diversi generi musicali; ha scritto anche un Orfeo, sfruttando, per il libretto, il copione del film omonimo di Cocteau. Forse ricorderai la colonna sonora di "The Hours": è sua anche quella. ( https://www.youtube.com/watch?v=N4YuenZYHm0 )
    Buon lunedì ( e correzione Terza prova )
    :-)

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