lunedì 16 aprile 2018

Poi entrò un'ape

Tre bambini sono rinchiusi nell'ampia biblioteca di una torre antica, ostaggio dei monarchici della Vandea; sono stati sottratti ai soldati dell'esercito repubblicano che li proteggeva e che ne aveva fatto la propria mascotte; i bimbi  sono completamente ignari del destino che li attende: se i soldati repubblicani assalteranno la roccaforte dei ribelli della Vandea, i tre piccoli moriranno,  una miccia è già pronta per far saltare in aria l'ambiente in cui si trovano; intanto loro giocano a fare di un prezioso in-folio miniato, minuscoli colorati coriandoli o  osservano un millepiedi che attraversa la sala e  rondini che svolazzano vicino alla finestra lanciando il loro leggero grido primaverile...

E tutti e tre guardarono le rondini.
Poi entrò un'ape.
Nulla rassomiglia a un'anima più di un'ape. Va di fiore in fiore come un'anima di stella in stella, e dà il miele come l'anima dà la luce.
Quell'ape entrando fece un gran rumore, ronzava forte e sembrava dire: "Sono qui, sono stata dalle rose, ora vengo a vedere i bambini. Che succede qui?"
Un'ape è una massaia, e mentre canta brontola.
Finchè l'ape rimase nella stanza, i tre piccini non la abbandonavano con gli occhi.
L'ape esplorò tutta la biblioteca, frugò negli angoli, svolazzò con l'aria di essere in casa propria in un alveare, ronzò, alata e melodiosa, d'armadio in armadio, guardando attraverso i vetri dei titoli dei libri, come fosse stata uno spirito.
Fatta la visita se ne andò.
-Va a casa sua- disse René-Jean.
- E' una bestia"- disse Gros-Alain.
- No- replicò René Jean, -è una mosca.
- Musca- disse Georgette
(...)
Di fuori si sentiva un fracasso vaglo e lontano; era probabilmente il campo di assalto che eseguiva qualche movimento srategico nella foresta: cavalli nitrivano, tamburi battevano, cannoni rotolavano, catene si urtavano, segnali militari si chiamavano e rispondevano, una confusione di rumori discordanti che mescolandosi formavano una specie di armonia; i fanciulli ascoltavano estatici.




Il passo che ho riportato è tratto da Novantatre, un romanzo di Victor Hugo che documenta la ribellione della Vandea nel periodo della dittatura giacobina. 
I bambini sopravviveranno, la loro innocenza finirà per salvarli; l'ape anticipa la venuta di una figura che porterà la vicenda verso esiti inaspettati.


Victor Hugo e i suoi nipoti

4 commenti:

  1. - Quel est le plus grand écrivain français?
    - Victor Hugo, hélas.

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  2. :-)
    E' un romantico, ma alla maniera di Manzoni. Colpisce il modo in cui definisce i persoggi e le situazioni, con una precisione chirurgica e poi, come se niente fosse, demolisce ciò che ha costruito introducento quel che di imponderabile che sorprende il lettore e determina soluzioni inattese.
    :-)

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    1. Sì, è bravo. Un po' ideologico (d'altra parte, anche Manzoni...). E un po' trombone. In Francia è popolarissimo. Un pilastro della Repubblica :-)

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  3. La metafora musicale è assolutamente calzante! :-)

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