martedì 4 aprile 2017

Il più bel gelso che mai


14 Maggio

Anche jer sera tornandomi dalla montagna, mi posai stanco sotto que’ pini; anche jer sera io invocava Teresa. Udii un calpestio fra gli alberi; e mi parea d’intendere bisbigliare alcune voci.  Mi sembrò poi di vedere Teresa con sua sorella, sbigottitesi a prima vista fuggivano. Io le chiamai per nome, e la Isabellina raffigurandomi, mi si gittò addosso con mille baci. Mi rizzai. Teresa s’appoggiò al mio braccio, e noi passeggiammo taciturni lungo la riva del fiumicello sino al lago de’ cinque fonti.  E là ci siamo quasi di consenso fermati a mirar l’astro di Venere che ci lampeggiava su gli occhi. – Oh! diss’ella, con quel dolce entusiasmo tutto suo, credi tu che il Petrarca non abbia anch’egli visitato sovente queste solitudini sospirando fra le ombre pacifiche della notte la sua perduta amica? Quando
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leggo i suoi versi io me lo dipingo qui, malinconico, errante, appoggiato al tronco di un albero, pascersi de’ suoi mesti pensieri (…).Io non so come quell’anima, che avea in sé tanta parte di spirito celeste, abbia potuto sopravvivere in tanto dolore, e fermarsi fra le miserie de’ mortali – oh quando s’ama davvero! (…).  E saliva su per la collina ed io la seguitava. (…)
– Tutto è amore, diss’io; l’universo non è che amore(… ). Teresa sospirò insieme e sorrise. La salita l’aveva stancata: riposiamo, diss’ella: l’erba era umida, ed io le additai un gelso poco lontano. Il più bel gelso che mai. È alto, solitario, frondoso: fra’ suoi rami v’ha un nido di cardellini(…).La ragazzina intanto ci aveva lasciati, saltando su e giù, cogliendo fioretti e gettandoli dietro le lucciole che veniano aleggiando. Teresa sedea sotto il gelso ed io seduto vicino a lei con la testa appoggiata al tronco, le recitava le odi di Saffo – sorgeva la Luna – oh! – perché mentre scrivo il mio cuore batte sì forte? beata sera!


U. Foscolo, Le ultime lettere di Jacopo Ortis


3 commenti:

  1. Un mio piccolo personale contributo alla bellissima scelta che hai fatto nel riportare queste magnifiche parole di quel capolavoro che sono "Le ultime lettere". Un libro che ho amato tantissimo e di cui avevo scritto a suo tempo, testimoniandone la grandezza. Mi permetto di riportartene qui l'incipit e un'ulteriore citazione sul tema dell'amore; complimenti ancora per la scelta

    "Bisogna leggere i classici e bisogna leggere, se chi come me non l’aveva fatto, questo luogo di poesia che sono le “Ultime lettere di Jacopo Ortis”. Foscolo aveva le vibrazioni nel sangue e le trasmetteva con le sue parole dotate di una intensità e di una sensibilità rare. Una prosa la sua che sfocia costantemente nella poesia.

    Una poesia nelle cui venature si alternano: il canto sommesso e dolente, l’enfasi orgogliosa, la pulsione irruente, il lucido disincanto, le similitudini illuminanti. Una poesia, soprattutto, che è attraversata da una gamma di significati ancora assolutamente attuali:

    “ Quando fui solo, la mia ragione, che è in perpetua lite con questo mio cuore, mi andava dicendo: Infelice! temi soltanto di quella beltà che partecipa del celeste: prendi dunque partito, e non ritrarre le labbra dal contravveleno che la fortuna ti porge. Lodai la ragione; ma il cuore aveva già fatto a modo suo”;

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  2. Lascio qui il link al tuo bel post perchè è repertorio prezioso di citazioni ! Ti ringrazio e ti saluto caramente :-)

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    1. Grazie a te Giacinta e un caro saluto anche da parte mia.
      Raffaele

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