martedì 13 dicembre 2016

Il gatto della prima amorosa

La voglia di attenuare la noia derivante dalle lezioni di filosofia impartite dai domenicani, porta Carlo Goldoni a assistere alle recite di una compagnia di commedianti veneziani in tournée a Rimini, città in cui il giovane Goldoni studia e, successivamente, col pretesto di voler riabbracciare la madre, a imbarcarsi di nascosto con la compagnia di comici in partenza. Il viaggio per Chioggia dura tre giorni e lo scrittore nelle sue memorie lo ricorda così :

 "... presentava peraltro un piacevole colpo d’occhio, questa compagnia imbarcata. Dodici persone fra comici e attrici, un suggeritore, un macchinista, un guardaroba, otto servitori, quattro cameriere, due nutrici, ragazzi d’ogni età, cani, gatti, scimmie, pappagalli, uccelli, piccioni e un agnello: pareva l’arca di Noè.
La barca essendo spaziosissima, vi erano molti spartimenti e ogni donna aveva il suo bugigattolo con tende; era stato accomodato un buon letto per me accanto al direttore, e ciascuno era ben allogato.
particolare di un dipinto di J.H. Fragonard
Dopo la colazione fu proposta una partita per aspettare il pranzo. (...) Si giocava, si rideva, si scherzava, e si facevano burle a vicenda: ma la campana annunzia il pranzo, e tutti vi concorrono. Maccheroni! tutti vi si affollano sopra, e se ne divorano tre zuppiere; bue alla moda, pollame freddo, lombi di vitella, frutta, eccellente vino: ah, che buon pranzo - oh, che appetito! La tavola durò quattro ore; si suonarono diversi strumenti e si cantò molto. La servetta cantava a meraviglia; io la guardavo attentamente, ed essa mi faceva una sensazione singolare: ma ahimè! successe un caso che interruppe il brio della compagnia. Scappò dalla sua gabbia un gatto, che era il trastullo della prima amorosa; ella chiama tutti in soccorso, e gli si corre dietro; ma il gatto, che era selvatico come la sua padrona, sgusciava, saltava, si rimpiattava dappertutto, e vedendosi inseguito si arrampicò sull’albero del legno. Madama Clarice si trova impacciata; un marinaio sale per riprenderlo, e il gatto si slancia in mare e vi resta. Ecco la sua padrona in disperazione; vuol fare strage di tutti gli animali che scorge, vuol precipitar nella tomba del suo caro gattino la sua cameriera: tutti ne prendono la difesa, e diviene generale l’altercazione. Sopraggiunge il direttore; ride, scherza, fa carezze all’afflitta dama, che termina col ridere ella stessa: ed ecco il gatto in oblio. "


C. Goldoni, Mémoires
traduzione di Francesco Costero

2 commenti:

  1. una fuga sfortunata... di solito a fare questa fine sono i canarini: non sono adatti alla vita in libertà, ma non lo sanno.
    Goldoni ha scritto opere che servirebbero ancora oggi da modello per chi volesse scrivere di attualità. Basta pensare a La bottega del caffè, a Le baruffe chiozzotte, al Campiello: metti un osservatore dentro le cose che succedono, più o meno coinvolto, e lasci scorrere i fatti. Però Goldoni non ammette le regie mediocri e le recitazioni fasulle... non è da tutti mettere in scena Goldoni.
    Anche questo brano delle Memorie è un pezzo di teatro, la vita è teatro per chi sa osservare (ma con partecipazione, non con cattiveria)

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  2. Non aggiungo niente al tuo commento che condivido in toto. Grazie!:-)

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