mercoledì 28 aprile 2021

Jean Philippe Rameau e le emozioni in musica



(...) ogni tanto leggo sui giornali articoli più o meno scientifici che parlano del rapporto tra musica e cervello, l’incremento delle capacità intellettuali attraverso la musica, eccetera. Di solito sono articoli molto superficiali, che danno informazioni parziali e distorte: purtroppo capita quasi sempre così con l’informazione scientifica, ed è un peccato. A volte sembra che i neuroni migliorino grazie a Mozart, altre volte il titolista spara che è l’heavy metal a rendere più intelligenti, e che l’effetto Mozart non esiste ed è stato sconfessato completamente quello studio del’93; e così non ci si capisce più niente.
Non sono un neurologo e nemmeno un musicista, però so per certo che per capire la grande musica, Mozart e Beethoven ma soprattutto i contrappuntisti, occorre sapere cosa stanno facendo. Se non si ha nozione di quello che accade in Bach, o in Couperin o in Scarlatti, la loro musica sembrerà assurda e noiosa; ma avendone qualche nozione, o essendo predisposti in partenza alla musica e alla matematica, certamente il nostro cervello ne trarrà vantaggio. Del resto, è un ragionamento così semplice che in altri campi ci arriviamo subito tutti: mettere in mano Dante ad un analfabeta, o a una persona che non ha nessuna voglia di leggere, è del tutto inutile; così come un trattato di fisica o di chimica risulterà illeggibile se non c’è qualcuno a spiegare almeno i primi rudimenti.

( fonte )
Un’altra certezza è che il nostro primo suono musicale è il tamburo: è il battito del cuore di nostra madre, prima ancora di nascere. Un suono semplice, ritmato, forte: anche qui non si scopre nulla di nuovo, è il grande fascino dei ritmi tribali, dell’heavy metal, ma è anche l’inizio della Prima Sinfonia di Brahms ( qui ).
Fu Jean Philippe Rameau, grandissimo musicista e di grande successo in vita (cosa che capita a pochi) a cercare di mettere anche gli affetti e le emozioni nella teoria musicale: lo fece nel 1722, pubblicando il suo “Trattato dell’armonia ridotta ai suoi principi naturali”: la musica non è solo un rapporto matematico, sembrerebbe dire Rameau. I suoi critici dicono che è un discorso confuso, solamente teorico, poco utile nella pratica, ed è per questo che il suo sistema è stato messo da parte. Oggi il trattato di Rameau lo leggono solo gli eruditi, e io non so nemmeno suonare tre battute messe in fila senza interrompermi; ma posso garantirvi che il la minore è davvero triste e malinconico, che l’accordo di do maggiore è chiaro e luminoso e quello di do minore è inquietante, che il si minore è la tonalità del ricordo. E tante altre cose, come per esempio che, ascoltando distrattamente un cd, di solito sobbalzo e mi fermo davanti ad una tonalità ben precisa, senza nemmeno sapere cosa sto ascoltando: ed è il mi bemolle maggiore, bello e strano come i nostri sogni migliori.

Giuliano

7 commenti:

  1. Tempo fa partecipai ad un corso propedeutico di musico terapia a Genova e lo trovai molto interessante. Parlava e spiegava gli aspetti che Giuliano ha cercato di spiegare in questo post bello e interessante.

    La musica non è disgiunta da noi stessi...anzi, spesso diventa il tipico filo conduttore di alcuni periodi della nostra vita. Dipende cosa facciamo, perché in alcuni periodi (durati un certo numero di anni) la musica classica, l'opera lirica e la danza li seguivo in modo intenso, giornaliero perché lavoravo in quei settori. La mia vita era diversa da oggi in tutti i sensi. Idem per i sogni che facevo, ad esempio.

    Addirittura una volta sognai il palco di un teatro in Francia dove poi qualche mese dopo andai a lavorare...pensa te! Fosse sempre così

    Nel mio ultimo post parlo, fra le altre, di Brunilde e del suo cavallo Grane.
    Un salutone buon primo maggio

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  2. Scusa, sono ancora io. Soprattutto guarda sino in fondo il video nel mio post con il finale del "Crepuscolo degli Dei".
    Ariciao

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  3. Ascoltavo qualche giorno fa la Prima sinfonia di Brahms, citata da Giuliano e man mano prendevo atto degli effetti benefici sul mio umore. Ci sono musicisti che riescono con le loro composizioni a dare un tempo diverso al respiro di chi ascolta e a liberare qualcosa che è compresso. Brahms è uno di questi.

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  4. Un articolo molto interessante, le ultime righe mi hanno emozionato. Ho ascoltato ieri la Prima sinfonia di Brahms, in sintonia con il testo di Giuliano e il commento di Giacinta. Grazie. Un abbraccio, Giacinta, e l'augurio di una bellissima domenica,
    Subhaga

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  5. Grazie! Sei molto gentile:-) Buon inizio settimana!

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  6. a proposito di Rameau da poco ho visto e sentito questo:

    https://vimeo.com/205516189

    bello!

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