lunedì 24 agosto 2020

Traiettorie

opera di Alberto Giacometti (1947 )
 Nel suo studio di rue Hippolyte-Maindron, non lontano dal cimitero di Montparnasse, Alberto Giacometti contemplava uno dei suoi primi omini filiformi. Investito dell'alito vivifico dell'arte, l'omino di bronzo presunse immediatamente di andarsene per i fatterelli suoi: ma quando capì che i suoi piedi erano imprigionati in un basamento ne dedusse odio mortale al suo artefice, contro il quale, distraendo materia dalle guance, esplose uno sputo metallico che assotigliò uteriolmente la sua testolina. Allibito, Giacometti si chinò quel tanto da schivare il proietto, che continuando nel proprio impeto perforò una parete, e poi un'altra, e poi un albero, e poi tutto quello che incontrò nella sua orbita intorno alla terra senza mai rallentare, orbita dopo orbita finchè un giorno della primavera seguente, in Spagna, non penetrò nel collo di George Orwell. Solo allora, avendo assaggiato il sangue di un uomo giusto, il bolo si placò, e ritornò materia inerte, inconoscibile segno di rancore che fu.
Michele Mari, Tutto il ferro della torre Eiffel, ed.Einaudi

8 commenti:

  1. Lo stai leggendo? Io mi sono arenata dopo le prime venti (?) pagine. Troppa erudizione, mi aveva dato ai nervi. Ma magari se uno resiste vale la pena...

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  2. L’ho terminato qualche giorno fa:-) Penso che Mari si sia divertito non poco a scriverlo: si è dato l’opportunità di far incontrare a Parigi molti autori del secolo scorso, di prenderli un po’ sul serio e un po’ no e di trasferire, si, molte informazioni ma più che per sfoggio di erudizione, per costruire una rete, un ordito di riferimenti necessari a garantire l’incrocio, l’interazione e l’esistenza in essere in qualità di personaggi di autori a lui cari o che lo hanno interessato. Bellissime le escursioni visionarie nei passages parigini in cui presente passato e futuro si mescolano.

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  3. Allora mi toccherà riprenderlo in mano... :-)
    Mari mi piace molto quando parla, al suo modo, di realtà. Ma quando parte per la tangente della letteratura... Non è che sono tanto per la letteratura alla seconda :-)

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    1. Benjamin, Céline mi hanno sempre incuriosito come persone e come autori. Vederli come personaggi è stata una sorpresa. E poi ci sono delle trovate di Mari niente male, come quella dello sputo che riporto nel post:-)

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  4. Io mi son fatta l’idea che Mari si diverta molto quando scrive. È geniale. Però, per come son fatta io, più che con altri autori devo leggere Mari al momento giusto. Altrimenti l’irritazione supera il piacere.
    Ad ogni modo, non so quando, ma tutto il ferro della torre Eiffel rientra tra i libri che voglio leggere!

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  5. Diciamo che, per quanto mi riguarda, il piacere supera sempre l'irritazione ( che, effettivamente, durante la lettura ogni tanto insorge forse perchè capisci che Mari tien conto solo marginalmente del lettore :-) Il piacere deriva dalle scelte intelligenti fatte da Mari, dalle sue invenzioni, dall'idioletto colto, preciso, raffinato. Non poco, visto il piattume e la banalità dominanti.

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  6. Questo Mari, questo Mari.
    Un ...mare di libri di Mari nel blog.
    Anche questo, dunque, da aggiungere ai titoli da leggere.

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