Un giorno, essendomi interposto fra un pinguino (Aptenodytes demersa) e l’acqua, mi divertii molto ad osservare i suoi costumi. Era un uccello coraggioso e finché non ebbe raggiunto il mare combatté regolarmente e mi respinse. Niente all'infuori di forti colpi avrebbe potuto arrestarlo; teneva saldamente ogni centimetro che aveva guadagnato e stava davanti a me eretto e deciso. Quando era contrastato così, ruotava continuamente la testa da un lato all’altro in modo molto buffo, come se il suo potere di visione distinta risiedesse soltanto nella parte basale anteriore di ogni occhio. Questo uccello è chiamato comunemente «pinguino somaro», per la sua abitudine, quando è sulla spiaggia, di gettare indietro la testa e di emettere uno strano e forte suono molto simile al raglio di un asino. Invece quando è in mare e non è disturbato la sua voce è molto profonda e solenne, e la si sente spesso di notte. Quando si tuffa usa le sue piccole ali come pinne, ma quando è a terra le adopera come zampe anteriori. Quando cammina, si può dire sulle quattro zampe, fra i ciuffi d’erba o sul pendio di un’altura erbosa, si muove così rapidamente che potrebbe essere facilmente scambiato per un quadrupede. Quando è in mare e pesca, viene alla superficie per respirare con un tale slancio e si tuffa di nuovo così istantaneamente che sfido chiunque a prima vista a non essere sicuro che non sia un pesce che salta per divertimento.
(Charles Darwin, Viaggio
di un naturalista intorno al mondo, pag.246 ed.Giunti 2002,
traduzione Mario Magistretti)