giovedì 28 settembre 2017

Uroboro


Adesso l'Oceano è un mare o un sistema di mari; per i greci, era un fiume circolare che contornava la terra. Tutte le acque fluivano da esso, ed esso non aveva foce né fonti. Era anche un dio o un titano, forse il più antico, perché il Sonno, nel libro XIV dell’Iliade, lo chiama origine degli dei; nella Teogonia di Esiodo è il padre di tutti i fiumi del mondo, che sono tremila, e la cui lista s’apre con l’Alfeo e col Nilo. Un veglio dalla barba copiosa era la sua personificazione abituale; dopo secoli, l'umanità trovò un simbolo migliore. Eraclito aveva detto che nella circonferenza il principio e la fine sono un solo punto. Un amuleto greco del secolo III, conservato nel Museo Britannico, ci dà l'immagine che meglio può illustrare questa infinitezza: il serpente che si morde la coda, o, come dirà acconciamente Martinez Estrada, «che comincia alla fine della coda ».


Uroboros («che si divora la coda ») è il nome tecnico di questo mostro, di cui poi gli alchimisti fecero spreco. La sua comparsa più famosa si ha nella cosmogonia scandinava. Dall’Edda in prosa, o Edda Minore, risulta che Loki generò un lupo e un serpente. Un oracolo avvertì gli dei che queste creature sarebbero state la perdizione della terra. Il lupo, Fenrir, fu messo a una catena forgiata con sei cose immaginarie: il rumore del passo del gatto, la barba della donna, la radice della roccia, i tendini dell’orso, l’alito del pesce e la saliva dell’uccello. Il serpente, Jörmungandr, «fu gettato nel mare che circonda la terra; e nel mare è talmente cresciuto, che adesso anche lui circonda la terra, e si morde la coda». Nello Jötunheim, o dimora dei giganti, Utgarda-Loki sfida il dio Thor a sollevare un gatto; il dio, impiegando tutta la sua forza, appena riesce a sollevargli di poco una zampa; il gatto è il serpente, Thor è stato ingannato con arti magiche. Quando giungerà il Crepuscolo degli Dei, il serpente divorerà la terra, e il lupo il sole.

(Jorge Luis Borges pag.154-155 da "Manuale di zoologia fantastica" ed.Einaudi 1991)



(in alto, un uroboros di autore non indicato; la vignetta viene dalla Settimana Enigmistica)

5 commenti:

  1. Ah, Borges! Il post mi ha ricordato il serpente del Lagarfljot, una tradizione viva ancor oggi in Islanda (pur non essendo presente quel tipo di rettile sull'isola). Se vuoi saperne di più, ti suggerisco il piccolo libro Racconti magici islandesi edito da Arcana. Lí puoi trovare altri spunti per questo tuo bel blog. Buona giornata, gemellina!

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  2. Grazie, Nela! Condivido il tuo graditissimo commento con Giuliano, è suo il post sull'Uroboro ( se non vuoi procuragli una crisi di identità chiamandolo "gemellina", puoi verificare alla fine del post se la pubblicazione è sua o mia :-)))
    Baci

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    1. Scusami tanto, anzi, scusatemi entrambi. Sicuramente in questi mesi di lontananza spaziale e temporale dai blog mi sono persa dettagli. Grazie e buon fine settimana ad entrambi.

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  3. nessun problema :-) io e Giacinta siamo lontani geograficamente, ma lavoriamo bene insieme

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  4. Grazie, Nela e scusami se non ho saputo meglio chiarire che sul cavallo siamo in due:-) Io e Giuliano ci siamo conosciuti attraverso i nostri vecchi blog, proprio come ho conosciuto te; un anno fa siamo saliti sul cavallo di Brunilde e devo dire che è piacevole condurlo in due:-)
    Buona serata!

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