domenica 2 luglio 2017

Il pappagallo di Mahler


Porlok - Mahler- 1902



Accadono prodigi. Nient’altro che questo voleva dire il dottor Pollak: Ogni tanto accadono prodigi. Come adesso nel suo caso. In un soffio era stato elevato a capufficio nelle ferrovie imperiali. Un prodigio. I prodigi, osservò, non accadono mai senza fondamento. Taluni accadono per necessità, perché il prodigio appare come l’unica soluzione naturale. Altri accadono per pura coincidenza, il prodigio e il caso sono allora esattamente la stessa cosa. Ma i prodigi più grandi accadono perché qualcuno li vuole, qualcuno li mette in moto, qualcuno utilizza una qualche forza misteriosa e il prodigio accade.


Nel racconto di Torgny Lindgren ( qui ), la forza misteriosa che rende possibile il prodigio ha un nome e un cognome, è Jacob Emil Schindler, padre di Alma - allora una ragazzina - destinata  anni più tardi a sposare Gustav Mahler. Jacob Schindler ottiene, insieme alla riconoscenza di Pollak, un pappagallo. E’ lo stesso Schindler ad averlo chiesto per poterne studiare il piumaggio e dipingerlo.


Però mi piacerebbe avere un’ara per poterne studiare il piumaggio! Una settimana dopo, Theobald Pollak arrivò con l’ara. Il pappagallo era chiuso dentro un’alta gabbia di filo metallico laccato di verde. Aveva il becco nero, era blu sul dorso e giallo aranciato sul petto e aveva le guance bianche. Ma di parlare non era capace. Si chiama Quelle, disse Pollak. Non ne ho trovato altri nel tempo che avevo a disposizione. Però canta. E cantare, cantava per davvero. O forse piuttosto fischiava. Cinque note che ripeteva in continuazione, una melodia lamentosa, densa di faunistica esperienza della vita. Mi dispiace, disse Pollak. Sì, disse Schindler. Un canto molto singolare. Il signor Kohn, che me l’ha venduto, affermava che è stato l’uccello stesso a inventare questo piccolo brano, disse Pollak. Non mi stupirebbe, disse Schindler.



Alma passa intanto ore e ore seduta al pianoforte; si esercita, compone.


Brani per pianoforte semplici e puliti, forse un tantino romantici. A Pollak aveva detto una volta (nel ringraziarlo per un cestino di rafia pieno di dolcetti di marzapane): Io diventerò la donna più grande e influente della storia della musica. Adesso, negli ultimi giorni prima della partenza per Sylt, aveva trascritto la melodia senza pretese e tuttavia commovente dell’ara. L’ aveva anche sviluppata così che riempiva un’intera pagina del suo quaderno di musica segreto. Do – re – mi – sol – la. In alto alla pagina aveva scritto: Lied eines gefangenhaltenen Vogels.


disegno del musicista Paul Hindemith



Molti molti anni più tardi in un libro di poesie cinesi, Die Chinesische Flöte che la moglie Alma aveva ricevuto in dono da Pollak, Mahler troverà la pagina con la melodia dell’ara che Alma aveva strappato dal suo quaderno di musica segreto e usato come segnalibro.



Prima di andare a letto, Mahler rimase un lungo momento assorto a riflettere su quel pezzo di carta. Il mattino seguente, mentre era in cammino verso il suo quaderno di musica e il suo pianoforte, Mahler s’imbattè in uno dei contadini del villaggio. Grüss Gott dissero entrambi. Poi Mahler sentì il contadino fischiettare un motivetto dall’angolo della bocca. Si fermò ad ascoltare. Curioso, disse tra sé, Curioso.

Il contadino spiega a Mahler che il motivetto era quello cantato da un uccello variopinto che dei signori di Vienna gli avevano regalato, stanchi di averlo.

Grazie, disse Mahler. Vi sono infinitamente grato. Oh fece il contadino. Di niente.
Fu ciò che diede l’avvio al lavoro.



Lindgren, l’autore del racconto, mette quindi Mahler all’opera e gli fa trovare nella melodia dell’ara l’inizio necessario di una composizione che aveva in buona parte già realizzato, Das Lied von Erde, Il canto della terra
Questa la versione dei  fatti di Torgny Lindgren. Se sia attendibile proprio non so :-)






Goding -Mahler al tempo della composizione del Canto della terra-
Per saperne di più sul Canto della terra fai clic qui

Per l’ascolto qui


I brani in corsivo sono tratti dalla raccolta di racconti "Il pappagallo di Mahler" di Torgny Lindgren

2 commenti:

  1. Del tutto verosimile. Anzi, del tutto verosimile :-)

    RispondiElimina
  2. Devo pensare che ti sei imbattuta in una musa insolita come quella di Mahler? :-)

    RispondiElimina