mercoledì 15 luglio 2020

Alberi e cavalieri


immagine reperita in internet

19
     Poi che l’augel trascorso ebbe gran spazio
per linea dritta e senza mai piegarsi,
con larghe ruote, omai de l’aria sazio,
cominciò sopra una isola a calarsi;

(…)

23
     Come sí presso è l’ippogrifo a terra,
ch’esser ne può men periglioso il salto,
Ruggier con fretta de l’arcion si sferra,
e si ritruova in su l’erboso smalto;
tuttavia in man le redine si serra,
che non vuol che ’l destrier piú vada in alto
poi lo lega nel margine marino
a un verde mirto in mezzo un lauro e un pino.

(…)

26
     Quivi stando, il destrier ch’avea lasciato
tra le piú dense frasche alla fresca ombra,
per fuggir si rivolta, spaventato
di non so che, che dentro al bosco adombra:
e fa crollar sí il mirto ove è legato,
che de le frondi intorno il piè gli ingombra:
crollar fa il mirto e fa cader la foglia;
né succede però che se ne scioglia.

27
     Come ceppo talor, che le medolle
rare e vòte abbia, e posto al fuoco sia,
poi che per gran calor quell’aria molle
resta consunta ch’in mezzo l’empía,
dentro risuona e con strepito bolle
tanto che quel furor truovi la via;
cosí murmura e stride e si coruccia
quel mirto offeso, e al fine apre la buccia.

(…)

29
     Al primo suon di quella voce torse
Ruggiero il viso, e subito levosse;
e poi ch’uscir da l’arbore s’accorse,
stupefatto restò piú che mai fosse.
A levarne il destrier subito corse;
e con le guancie di vergogna rosse:
— Qual che tu sii, perdonami (dicea),
o spirto umano, o boschereccia dea.

(…)

32
     Poi si vide sudar su per la scorza,
come legno dal bosco allora tratto,
che del fuoco venir sente la forza,
poscia ch’invano ogni ripar gli ha fatto;
e cominciò:—Tua cortesia mi sforza
a discoprirti in un medesmo tratto
ch’io fossi prima, e chi converso m’aggia
in questo mirto in su l’amena spiaggia.

33
     Il nome mio fu Astolfo; e paladino
era di Francia, assai temuto in guerra:
d’Orlando e di Rinaldo era cugino,
la cui fama alcun termine non serra;
e si spettava a me tutto il domino,
dopo il mio padre Oton, de l’Inghilterra.
Leggiadro e bel fui sí, che di me accesi
piú d’una donna; e al fin me solo offesi.

Ludovico Ariosto, Orlando furioso ( alcune ottave del VI Canto )

Qui un sunto del VI canto
Qui Astolfo nell'Orlando furioso



8 commenti:

  1. Ancora oggi è un capolavoro della letteratura classica che definirei intramontabile e che molti altri artisti ha influenzato nell'arco non solo del tempo in cui ha vissuto Ariosto ma anche oltre.
    Un salutone

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  2. Tra gli scrittori a noi più vicino avrai pensato a Italo Calvino, immagino...

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  3. "del fuoco venir sente la forza": quando la bravura di un autore si misura dal saper rendere situazioni potenti con frasi non banali.

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    1. È un autore che non finisce mai di sorprenderti, hai ragione e poi è delle tue parti, non potrebbe che essere così...

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  4. Che meraviglia ! Mi ricorda le prime lezioni di letteratura all'università con un professore bravissimo, ci fece innamorare di questo capolavoro 😍

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  5. Hai seguito un corso monografico su Ariosto? Fortunata te! 😊

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