"Gli antichi Egizi facevano monili
con le meteoriti", titolava Repubblica nel ritaglio che porto
qui sotto. In realtà, io avevo già letto Mircea Eliade ed ero
quindi ben informato: sidereo, siderale, siderurgico hanno la stessa
radice etimologica. Ci avevate mai pensato?
Noi non intendiamo affrontare il
complesso problema della metallurgia del ferro nell’antico Egitto.
Per molto tempo, gli Egiziani conobbero solamente il ferro
meteoritico. Pare che il ferro dei giacimenti non sia stato
utilizzato, in Egitto, prima della diciottesima dinastia e del Nuovo
Impero. E' vero che oggetti in ferro terrestre sono stati rinvenuti
tra i massi della Grande Piramide (2900 a.C.) e in una piramide della
sesta dinastia, ad Abido, ma la provenienza egizia di questi oggetti
non è stata ancora stabilita con certezza. Il termine biz-n.pt,
“ferro del cielo”, o, più esattameme, “metallo del cielo”,
rinvia chiaramente a un’origine meteoritica. E' d’altronde
possibile che il termine sia stato originariamente applicato al rame.
Identica la situazione presso gli Ittiti: un testo del
quattordicesimo seeolo precisa che i re ittiti utilizzavano “il
ferro nero del cielo”."
Il ferro meteoritico era noto a Creta
fin dall’epoca minoica (2000 a.C.), e oggetti di ferro sono stati rinvenuti nelle tombe di Cnosso.
L'origine “celeste” del ferro è, forse, attestata dal vocabolo
greco sideros, che è messo in rapporto con il latino sidus, -eris,
“stella”, e con il lituano svidu, “brillare”, svideti,
“brillante”.
L‘impiego delle meteoriti non era,
tuttavia, in grado di promuovete una “età del ferro”
propriamente detta. Per tutto il tempo che esso continuò, il metallo
rimase raro, prezioso quanto l’oro, e il suo impiego fu soprattutto
rituale. Solo dopo la scoperta della fusione dei metalli fu possibile
inaugurare un nuovo ciclo nella vita dell’umanità,
l'età dei metalli. Questo é vero specialmente per il ferro. A
differenza di quella del rame e del bronzo, la metallurgia del ferro
assunse ben presto un carattere industriale. Una volta scoperto, o
appreso, il segreto per fondere la magnetite o l’ematite, si poté
disporre senza difficoltà di grandi quantità di metallo, in quanto
i giacimenti erano ricchissimi e molto facilmente sfruttabili. Ma il
trattamento del minerale terrestre differiva da quello del ferro meteoritico, come pure dal procedimento
di fusione del rame e del bronzo. Soltanto dopo la scoperta dei forni
e soprattutto dopo la messa a punto della tecnica di “indurimento”
del metallo portato al rosso-bianco il ferro acquisì la propria
posizione dominante. Si possono datare intorno al 1200-1000 a.C. ,
nelle montagne del1’Armenia, gli esordi di questa metallurgia su
scala industriale. Di qui il segreto della fusione si diffuse in
tutto il Vicino Oriente, il Mediterraneo e 1’Europa centrale,
sebbene, come abbiamo appena visto, il ferro, sia quello di origine
meteoritica che quello estratto da giacimenti di superficie, fosse
conosciuto in Mesopotamia (Tell Asmar, Tell Chagar Bazar, Mari), in
Asia Minore (Alaca Huyuk) e, probabilmente, in Egitto fin dal terzo
millennio. La lavorazione del ferro restò a lungo fedele ai modelli
e agli stili del bronzo, esattamente come quest’ultima aveva
inizialmente ripreso la morfologia stilistica dell’età della
pietra. Il ferro fece la sua comparsa sotto forma di ornamenti, di
amuleti e di statuine, e conservò a lungo un valore sacro, che
sopravvive, d’altronde, ancora presso molti “primitivi”.
Qui non analizzeremo le tappe della
metallurgia antica, né mostreremo l’influsso che essa esercitò
sul corso della storia. La nostra intenzione è unicamente quella di
portare alla luce i simbolismi e i complessi magico-religiosi
attualizzati e diffusi durante l'età dei metalli, soprattutto dopo
il trionfo industriale del ferro. Prima di imporsi nella storia
militare e politica dell'umanità, l'età del ferro ha infatti dato
vita a creazioni spirituali. Come spesso accade, il simbolo,
l’immagine, il rito anticipano e talvolta addirittura, si può
dire, rendono possibili le applicazioni utilitaristiche di una
scoperta.
Ancor prima di costituire un mezzo di
trasporto, il carro fu un veicolo nelle processioni rituali: portava
il simbolo del Sole o l'immagine del dio solare. D’altronde, non si
é potuto “scoprire” il carro se non dopo aver compreso il
simbolismo della ruota solare. Prima di modificare la faccia del
mondo, l'età del ferro ha generato un grandissimo numero di riti, di
miti e di simboli che hanno avuto notevole risonanza nella storia
spirituale dell’umanità. Come abbiamo detto, solo dopo il successo industriale del ferro si
può parlare di una tappa metallurgica dell'umanità. La scoperta
della fusione del ferro e i progressi ulteriori di questa tecnica
hanno infatti conferito un nuovo valore a tutte le tecniche
metallurgiche tradizionali. La metallurgia del ferro terrestre ha
reso questo metallo di uso quotidiano. Ora, questo fatto ha avuto conseguenze
di notevole importanza. Accanto alla sacralità celeste, immanente
alle meteoriti, abbiamo una sacralità tellurica, cui partecipano le
miniere e i minerali. La metallurgia del ferro ha, naturalmente,
tratto profitto dalle scoperte tecniche della metallurgia del rame e del bronzo. Si sa che fin dal
Neolitico (sesto e quinto millennio), l’uomo impiegava
sporadicamente il rame che poteva trovare sulla superficie della
terra, ma lo trattava come la pietra o l’osso: ignorava, cioè,
ancora le qualità specifiche del metallo. Più tardi si é
cominciato a lavorare il rame riscaldandolo, e intorno al 4000-3500
a.C. (nei periodi Al Ubeid e Uruk) si é iniziato a praticare la
fusione propriamente detta, ma anche in questo caso non si può
parlare ancora di una “età del rame”, poiché si
producevano piccolissime quantità di metallo.
L’apparizione tarda del ferro,
seguita dalla sua diffusione su scala industriale, ha fortemente
influenzato i riti e i simboli metallurgici. Tutta una serie di tabù
e di impieghi magici del ferro derivano dalla sua vittoria sul rame e
sul bronzo, che rappresentano altre “età" e altre mitologie.
Il fabbro é, prima di tutto, un artigiano del ferro, e la sua
condizione di nomade (egli suole spostarsi continuamente alla ricerca
di metallo grezzo e di ordinazioni) lo pone a contatto con
popolazioni differenti. Il fabbro é il principale agente di
diffusione delle mitologie, dei riti e dei misteri legati alla
metallurgia. Questo complesso di fatti ci introduce in un prodigioso
universo spirituale, che ci proponiamo di descrivere nelle pagine
seguenti.
Mircea Eliade, "Arti del metallo e
alchimia", ed. Boringhieri 1980, capitolo primo, traduzione di
Francesco Sircana.
(il profilo è quello della maschera di Tutankhamon;
il dipinto del meteorite è di Charles Piazzi Smyth, 1843;
l'articolo viene dal Venerdì di Repubblica)