BUCOLICHE
(Virgilio Gauna?)
da "Golem L'indispensabile", on line 2001-2003...
1.
Il soffio dell'oca
fa rima col gatto:
quell'oca boriosa
infuriare ho fatto.
Si gonfia e la temo:
non è che son scemo,
è un'oca assai grossa,
da rabbia commossa.
Apre le ali e soffia
s'avanza con grande sdegno
teme che il mio disegno
la porti giù nella fossa.
Non sa che non lei cercavo;
e chi cercavo non trovo
suono e risuono invano
mi siedo e di qui non mi muovo.
Il tacchino impettito s'avanza,
fa la ruota, che questa è l'usanza,
o in terra raspa e borbotta glu glu.
E' una pita che ruota e gloglotta,
che ti guarda curiosa e rimbrotta,
non capisce quel tuo portamento:
chi ti credi, il padrone del mondo?
E' perplesso il pennuto, e sbadiglia;
poi col becco una piuma assottiglia
e i bargigli gli vanno su e giù.
Questa porta, in campagna, m'aprite,
che continuo ad andare su e giù?
Che già l'aia tre volte ho percorsa,
che tre volte già il cane m'abbaia,
quante bestie ci son qui nell'aia.
La gallina. E quello lì è il gallo.
Di pulcini ne vedo una frotta,
questo è nero e quello lì è giallo.
Il tacchino, quell'oca boriosa,
che ora tace e ormai più non m'assale;
di lontano grugnisce il maiale
e le vacche son giù nella stalla.
Oramai la conosco a memoria,
questa casa colonica gialla.
Chi vi abita è cara persona,
e che sempre più spesso mi manca.
Io son stato assai tempo lontano,
ora torno e ci porto pazienza.
(saran fuori a comprar la semenza?)
(sono forse già andati a Piacenza?)
4.
Passavo il mio tempo seduto nel prato,
vedevo le cose perdute, pensavo al
passato.
Sapevo, dovevo, seduto nel prato,
pensavo, guardavo, sentivo, volevo.
Il buco d'un grillo, là presso un
batrace
pian piano li vedo, ne sono capace,
ci vuole pazienza e poi il mondo
appare.
E le cavallette, le mille formiche,
le piante ben verdi, le tante lumache,
un'ape che vola e si posa pian piano.
Mi sveglio, mi desto, cos'è che mi
chiama?
La voce è lontana ma poi s'avvicina -
che bello, è arrivata, è lei che mi
chiama.
Che faccio nel prato, mi chiede e
sorride:
anch'io son perplesso, m'abbraccia e mi
bacia...
allargo le braccia e insieme a me ride.
(Il sole, là in alto, fa finta ma
vede)
(statistica su Palomar di Calvino,
cds 12.11.01)
(l'oca è di Jan Asselyn, 1650; i tacchini sono di Charles Courtney Curran; le galline sono di Hans Thoma; il disegnino infantile è mio)