... some vicious mole of nature
(atto 1 scena 4, Amleto ad Orazio,
William Shakespeare)
Sono tornate le talpe. Non le ho viste,
purtroppo (per vedere una talpa ci vuole molta pazienza, o molta
fortuna) ma i mucchietti di terra sono caratteristici,
inconfondibili. Del resto, i gatti le hanno subito intercettate: loro
sì che hanno pazienza, i gatti sanno aspettare la preda per ore e
ore.
Molti pensano che le talpe siano
roditori, ma non è affatto così: i loro denti sono poca cosa,
niente a che vedere con la potente dentatura di topi e conigli con i
quali hanno in comune solo lo scavare sottoterra. Fino a non molti
anni fa, le talpe venivano classificate insieme ai ricci e ai
toporagni, con i quali hanno in effetti molte caratteristiche in
comune; da quando si è cominciato a fare le analisi sul DNA sono
invece emerse le differenze, e oggi le talpe sono classificate come
Talpidae, una famiglia che contiene solo le diverse specie di talpa.
Non è neanche vero che mangino erba e radici: mangiano lombrichi,
chiocciole, insetti, ma per trovarli non vanno tanto per il sottile e
(come un bulldozer) travolgono tutto quello che trovano sul loro
cammino, radici comprese.
well said, old mole!
(atto 1 scena 5, Amleto allo spettro
di suo padre, William Shakespeare)
Le talpe lavorano sottoterra, per
questo sono diventate proverbiali: la talpa, per Le Carré, è una
spia infiltrata; per Shakespeare, nell'Amleto, è un vizio di natura
nascosto ("some vicious mole of nature"), una tara che ci
portiamo dentro; e Amleto non ha difficoltà a fare dell'ironia sullo
spettro di suo padre, paragonandolo a una talpa per il suo spostarsi
sotto di lui, nel castello di Elsinore.
Le talpe hanno una pelliccia
morbidissima, una delle più belle che io abbia mai toccato. Una
volta venivano cacciate proprio per la pelliccia, oggi non so se sia
ancora così ma forse è diventato difficile trovare talpe a
sufficienza (sono animali molto piccoli). Quelle vicino a casa mia,
infatti, si sono subito fermate: il prato dove sono spuntate è
l'ultimo rimasto, dopo il prato c'è un muretto di cemento, poi un
parcheggio asfaltato. Tempi duri anche per le talpe, insomma.
Nelle immagini: Enrico la talpa, da
Lupo Alberto di Silver ("ciao Beppe" è uno dei miei
tormentoni preferiti), Talpinio Talpio (da Pogo di Walt Kelly,
pubblicato sul mensile Linus negli anni '60 e '70), e un pelouche che
avevo da tempo in casa, rispolverato per l'occasione. La foto dei
gatti sui monticelli di terra delle talpe è opera di mia sorella.
Anni fa a Genova, dove abitavo da bambino, c'era una vecchia cava di ardesia e con gli amici dell'epoca stavamo lì in attesa di vederle. Un veterinario che abitava nel quartiere ci spiegò che le talpe sono una sorta di società organizzatissima. Una fa la vedetta e quando sente il pericolo (tramite le vibrazioni dei nostri passi, perchè le talpe notoriamente sono cieche) inizia ad emettere un urlo, un suono per avvertire le altre di non uscire dalle tane. E qualche talpa l'avevo anche vista all'epoca. In tutti i casi non creano disastri, vivono sotto i campi di terra e ogni tanto spuntano fuori. Credo che spesso escono all'aperto di notte.
RispondiEliminaUn salutone
le talpe e i ricci sono animali molto belli, i ricci sono più facili da vedere :-)
Eliminala differenza principale è che i gatti girano alla larga dai ricci, dalle talpe no...
Il punto è che avrebbero del tutto diritto di vivere, rispondendo alla loro natura di scavatrici. Eppure... non possiamo convivere.
RispondiEliminain teoria potrebbero scavalcare il muretto e venire a mangiare i lombrichi nel mio orto. In pratica, i gatti fanno da guardia armata e passa solo qualche topolino. Più in là, c'è solo asfalto e cemento - ma non era così fino a pochi anni fa.
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