Questi campi cosparsi di ceneri
infeconde,
e ricoperti dell'impietrata lava,
che sotto i passi al peregrin risona;
dove s'annida e si contorce al sole la
serpe,
(Giacomo Leopardi, da "La Ginestra")
Sotto l'impietrata lava, prosegue
Leopardi, "fur liete ville e colti" (cioè campi
coltivati): ma "or tutto intorno una ruina volve".
Non ho mai ricavato molto dalle mie
letture della "Ginestra" (sono un po' un asino, lo ammetto,
e mi ci perdo facilmente) ma alle volte scattano dei contatti, delle
connessioni, forse anche dei lapsus; e al posto dello sterminator
Vesevo e della lava ho visto noi stessi, e le modificazioni fatte
all'ambiente. Dalla lava rinasce una ginestra, chissà cosa rinascerà
dal cemento e dall'asfalto, o magari dall'eternit seppellito nei
campi di Pavia e della Campania insieme ai rifiuti speciali.
Non so cosa rispondermi, la Natura è
piena di sorprese e chissà cosa ci aspetta per il futuro; per intanto mi
porto via questo verso, "al cavernoso covil torna il coniglio".
Mi piace molto, finora mi era sfuggito ma adesso che l'ho trovato il
coniglio di Leopardi non vuole più andare via, e devo dire che la
cosa non mi dispiace affatto.
Chissà che aria tira nel cavernoso covil, che detto così, sembra tiepido ed accogliente anche se oscuro e misterioso. Bello come quasi tutto quel che segnalate e condividete. (Lo so l'ho già detto ;-)
RispondiEliminacovile è proprio una parola che non si usa più... lo Zingarelli lo dà anche nella versione "coviglio" :-)
Eliminala rima coviglio/coniglio è divertente, capisco bene che nel contesto drammatico Leopardi non l'abbia usata
Cavernoso invece fa pensare all'oscuro, al drammatico.