Un uccello chiuso in gabbia in primavera sa perfettamente che c'è qualcosa per cui egli è adatto, sa benissimo che c'è qualcosa da fare, ma che non può fare: che cos'è? Non se lo ricorda bene, ha delle idee vaghe e dice a se stesso: «Gli altri fanno il nido e i loro piccoli e allevano la covata» e batte la testa contro le sbarre della gabbia. E la gabbia rimane chiusa, e lui è pazzo di dolore. «Ecco un fannullone - dice un altro uccello che passa di là - quello è come uno che vive di rendita». Intanto il prigioniero continua a vivere e non muore, nulla traspare di quello che prova, sta bene e il raggio di sole riesce a rallegrarlo. Ma arriva il tempo della migrazione (...) lui sta a guardare fuori il cielo tiepido, carico di tempesta, e sente in sè la rivolta contro la propria fatalità. «Io sono in gabbia, sono in prigione, e non mi manca dunque niente, imbecille? Ho tutto ciò che mi serve! Ah, di grazia, la libertà, essere un uccello come tanti altri!»
Che grande artista che è stato van Gogh. Lo considero un artista completo da tutti i punti di vista. Bel post
RispondiEliminaUn salutone e alla prossima
è uno dei libri che mi ero ripromesso di leggere, ma poi non l'avevo trovato. Oggi che le librerie non ci sono quasi più, chissà se riuscirò a trovare questo o qualche altro libro che non sono riuscito a trovare.
EliminaMi sono commossa per un istante. Vorrà pur dire qualcosa ... 👋🏼👋🏼
RispondiEliminaha toccato una corda universale... poi, dal di fuori, c'è sempre chi ti giudica e non sa.
EliminaVan Gogh diceva all'amico della sua pittura e della pittura in generale come un tentativo di liberazione dai lacci impostici dalla vita. Chiedersi se essere liberi dentro basta a sopravvivere alla schiavitù del fuori è pleonastico?
RispondiEliminaPuò capitare per i più vari motivi di veder scorrere le altrui libertà dall'interno della propria gabbia senza poter cambiare nulla: è un preliminare di morte, un alito della fine annunciata ma senza alcun orpello di dignità residua. Mi ha lasciato addosso un grande senso di tristezza questa lettera, la stessa che provo davanti ai suoi quadri. Una infelicità colorata.
io ho pensato anche a quanti torti facciamo agli altri, al nostro prossimo, dando giudizi esteriori e affrettati...
Eliminahai scritto le parole giuste, grazie