Il cavallo di Brunilde si chiama Grane (cfr. Richard Wagner, Il crepuscolo degli dèi). Nomen Omen? Noi speriamo di no...
mercoledì 18 settembre 2019
Il colombaccio
Ai margini del bosco, un colombaccio in difficoltà. Qualche pallino vagante doveva averlo colpito. Non poteva avanzare che saltellando. I movimenti comici, da cui sembrava divertito, davano alla sua agonia un carattere allegro. Mi sarebbe piaciuto portarlo via, perché faceva freddo e si avvicinava la notte. Ma non sapevo a chi affidarlo. Nessuno avrebbe voluto saperne in quella Beace chiusa e triste. Non potevo neppure cercare di impietosire il capo della stazioncina dove stavo per prendere il treno. Ed è così che ho abbandonato il colombaccio alla sua gioia di morire.
E. M. Cioran, Squartamento
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un paio d'anni fa un colombaccio ha fatto il nido qui davanti a casa mia (uno dei pochi alberi rimasti nella zona...) quindi l'ho potuto osservare bene. Assomiglia molto ai colombi e ai piccioni, ma è più grosso. Vive nei boschi, da quel che ho potuto capire, ma forse oggi si potrebbe trovare anche nelle città.
RispondiEliminaQuello descritto da Cioran ssmbra infatti provenire da un bosco, un luogo reso insicuro dai cacciatori...
RispondiEliminaPerché il dolore negli animali mi è più insopportabile del dolore negli uomini? E' un difetto di fabbrica? Una fisima da civiltà del benessere?
RispondiEliminaPenso sia un sentimento non indotto; è qualcosa che capita di provare anche a me quando sento di foreste che vengono abbattute o bruciate per mano di qualcuno per cui sarebbe difficile provare pietà.
RispondiEliminaLa "sua gioia di morire" sono parole coerenti col titolo: squartano (almeno nel mio caso).
RispondiEliminaPer Ceronetti Cioran è uno «squartatore misericordioso»,ti porta attraverso epifanie, come quella della morte "felice" del colombaccio a prendere atto di quel paradosso che è l'esistenza.
RispondiEliminaUn caro saluto, gemellina!:-)