mercoledì 18 settembre 2019

Il colombaccio



Ai margini del bosco, un colombaccio in difficoltà. Qualche pallino vagante doveva averlo colpito. Non poteva avanzare che saltellando. I movimenti comici, da cui sembrava divertito, davano alla sua agonia un carattere allegro. Mi sarebbe piaciuto portarlo via,  perché faceva freddo e si avvicinava la notte. Ma non sapevo a chi affidarlo. Nessuno avrebbe voluto saperne in quella Beace chiusa e triste. Non potevo neppure cercare di impietosire il capo della stazioncina dove stavo per prendere il treno. Ed è così che ho abbandonato il colombaccio alla sua gioia di morire.
                                                                                                          
                                                                                                                E. M. Cioran, Squartamento

6 commenti:

  1. un paio d'anni fa un colombaccio ha fatto il nido qui davanti a casa mia (uno dei pochi alberi rimasti nella zona...) quindi l'ho potuto osservare bene. Assomiglia molto ai colombi e ai piccioni, ma è più grosso. Vive nei boschi, da quel che ho potuto capire, ma forse oggi si potrebbe trovare anche nelle città.

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  2. Quello descritto da Cioran ssmbra infatti provenire da un bosco, un luogo reso insicuro dai cacciatori...

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  3. Perché il dolore negli animali mi è più insopportabile del dolore negli uomini? E' un difetto di fabbrica? Una fisima da civiltà del benessere?

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  4. Penso sia un sentimento non indotto; è qualcosa che capita di provare anche a me quando sento di foreste che vengono abbattute o bruciate per mano di qualcuno per cui sarebbe difficile provare pietà.

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  5. La "sua gioia di morire" sono parole coerenti col titolo: squartano (almeno nel mio caso).

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  6. Per Ceronetti Cioran è uno «squartatore misericordioso»,ti porta attraverso epifanie, come quella della morte "felice" del colombaccio a prendere atto di quel paradosso che è l'esistenza.
    Un caro saluto, gemellina!:-)

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