giovedì 12 settembre 2019

Osmino




Un giovane va a cercare la sua innamorata, rapita dai pirati ottomani; sa dove la può trovare perché ne è stato informato dal suo servitore Pedrillo, anche lui prigioniero. E' il palazzo di Bassa Selim, e il giovane Belmonte ci arriva subito; però ha un dubbio, vuole esserne sicuro, e così chiede informazioni a un uomo che sta raccogliendo dei fichi nel giardino. L'uomo fa finta di non capire, e va avanti a cantare la sua canzone e a raccogliere i fichi. La canzone parla delle donne, di come siano volubili e inaffidabili; e quest'uomo la canta davvero come se fosse la cosa più importante del mondo. Belmonte insiste: "mi scusi, buon uomo, è questa la casa di Bassa Selim?" Ma non c'è niente da fare, l'uomo (che poi scopriremo essere nientemeno che Osmin, capo guardiano del Serraglio) va avanti con la sua canzone come se Belmonte non esistesse. Quando infine si decide a rispondere ("Sì, questa è la casa di Bassa Selim") tutta l'orchestra sembra tirare un sospiro di sollievo. Era ora, caspita! Il dialogo va avanti tra i due per un po', con molta diffidenza da entrambe le parti, fino all'arrivo di Bassa Selim: ed è un arrivo fenomenale, con una marcia turca che ti fa venir voglia di alzarti e di ballare e fare festa.


Quando Mozart scrive "Il ratto dal serraglio" (Die Entführung aus dem Serail, 1782) l'assedio di Vienna da parte dei turchi è ormai un ricordo lontano e ci si può anche scherzare sopra. Sono passati quasi cent'anni: era il settembre 1683. Lo scherzo è brillante e divertente, Mozart è in gran forma e penso spesso che questa sia la sua opera più felice, il buon umore si tocca con mano anche se non mancano momenti drammatici. Il finale è in positivo: Bassa Selim è un uomo raffinato ed è anche generoso, lascerà andare gli innamorati. Che tornino alle loro case, dunque; Osmino ovviamente non è contento ma dovrà farsene una ragione.


Che Osmino raccolga fichi è scritto nel libretto, ma i registi generalmente sorvolano sul dettaglio; la stagione comunque è questa, e più o meno corrisponde alla data in cui i Turchi furono sconfitti a Vienna. Non so se ci sia un significato recondito dietro a tutto questo, ma comunque "Il ratto dal Serraglio" è sempre un bell'ascolto. Metto qui il più grande Osmino che io conosca, Gottlöb Frick, e una foto dell'allestimento più bello che io abbia mai visto, alla Scala con la regia di Giorgio Strehler (l'immagine viene da un antico supplemento del Corriere della Sera o di Repubblica, difficile ricordarselo oggi; la foto dei fichi era su internet purtroppo senza indicazioni sull'autore).


PS: per chi ha visto "Amadeus" di Milos Forman, è la prima opera di Mozart che vi si vede rappresentata.


2 commenti:

  1. Bello questo post. Hai spiegato molto bene la trama dell'opera giovanile di Mozart "Il Ratto del Serraglio" e il personaggio di Osmino con altre info (come quelle sui fichi, interessante). Pensa che ho collaborato alla realizzazione delle scene di quest'opera di Mozart a metà degli anni '80 in Francia e concordo con te che Gottlöb Frick è stato un grande Osmino.
    Un salutone e alla prossima

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    Risposte
    1. è una delle mie passioni :-)
      Quando trovo una nuova versione del Ratto dal Serraglio, vado sempre a vedere chi è il basso :-)
      so che tutti cercano il soprano, io cerco Osmin - ce ne sono tanti bravi, ma Frick rende a perfezione il personaggio. Idem nel Lohengrin, o nella versione cattiva Hunding (fa davvero paura, come Hunding)
      Sono riuscito ad ascoltare Hans Hotter in teatro, ma per Frick sono arrivato in ritardo.

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