giovedì 23 marzo 2017

La sirena di pietra

disegno di Moebius
«Proseguimmo, galleggiando, verso il centro di questo luogo strano – con acqua tutto attorno a noi come mai mi era capitato di vedere – e gruppi di case, chiese, e moltissimi edifici imponenti che si levavano da essa; e ovunque lo stesso straordinario silenzio. Poco dopo, attraversammo veloci un corso d’acqua ampio e aperto, e passammo davanti a quel che mi sembrò un vasto molo lastricato dove i fanali splendenti che lo illuminavano mostravano lunghe file di archi e colonne di possente costruzione e grande solidità, ma leggere a vedersi quanto ghirlande di brina o ragnatele, là, per la prima volta, vidi camminare della gente. Arrivammo, così, a una scalinata che dall’acqua portava a un grande palazzo dove, dopo aver attraversato innumerevoli corridoi e gallerie, mi coricai per riposare, e ascoltai le nere imbarcazioni passare discrete su e giù sotto la mia finestra, sull’acqua increspata, finché mi addormentai.»

( C. Dickens, Immagini d’Italia – Un sogno italiano – 1846 )






Venezia è una sirena di pietra.


Ha una natura "doppia" : è dentro e fuori dal tempo, è per metà nell’acqua, per metà fuori, come una sirena. Venezia è un prodigio, un “monstrum”, qualcosa di straordinario. Come Dickens, Jean Cocteau colse molto bene questo tratto distintivo della città quando , parlando del suo soggiorno veneziano disse di essere stato in un posto magico, dove i leoni volano e i colombi camminano

La parola "monstrum" conserva nella sua radice il ricordo di un avviso, di un ammonimento divino e Venezia, per le sue maree, che rimandano al ritmo incessante del Tempo, si configura come un “memento"; Vittore Carpaccio, in un suo dipinto, Il Miracolo della Croce a Rialto ( qui ), lega la parola “memento” proprio all’immagine della sirena.


Under the sea di Marco Melgrati

L’etimologia del termine “ sirena”, dal fenicio sir o dal semitico seirein, fa pensare al potere incantatorio della musica. Seiráo, in greco, significa “legare” ed effettivamente il canto delle sirene avvince, imprigiona.

Ma perché il richiamo delle sirene è così attraente? (…)si tratta probabilmente di un retaggio biologico(…) Il suono trasmette significati collegati a esperienze sensoriali remote( …) La regressione all’utero materno (…) si configura come (…) un percorso iniziatico dal quale si nascerà una seconda volta dopo essersi immersi nel mare dell’indifferenziato. 
( Cristina Santarelli, Orfeo, Ulisse e le sirene: storia di una sconfitta di genere )


C’è un dipinto che rappresenta la sirena in veste di madre; allatta! ( qui )


L’idea del ritorno all’elemento primigenio, a una sorta di grande madre connota fortemente Lighea di Tomasi di Lampedusa ( qui )e si lega anche al mito di Er, l’eroe guerriero della Panfilia che, morto in guerra, miracolosamente si ridesta per raccontare quel che ha visto nell’aldilà ( qui ). 

La relazione  tra Venezia e le sirene trova sostegno in Brodskij che, parlando di Venezia, vide le sue acque come l’immagine del Tempo e individuò, come Nietzsche, un rapporto di identità tra la città sull’acqua e la musica.




disegno di Moebius

Perché anche l’acqua è coro (… ). L’ acqua che ha portato i crociati, i mercatanti, le reliquie di San Marco, i turchi… ha riflesso l’immagine di chiunque abbia vissuto o anche solo soggiornato in questa città, di chiunque sia andato a zonzo per queste strade ( … ) Fa pensare davvero alla carta da musica, ai fogli di una musica eseguita in continuazione. Le partiture si avvicendano come ondate di marea, le barre del pentagramma sono i canali con gli innumerevoli “legati” dei ponti, delle lunghe finestre o dei curvi fastigi delle chiese del Codussi, per non parlare dei violini che hanno prestato il manico alle gondole. Sì, tutta la città somiglia a un’immensa orchestra, specialmente di notte, con i leggii appena illuminati dei palazzi, con un coro instancabile di onde, col falsetto di una stella nel cielo invernale.
 ( Brodskij, Fondamenta degli incurabili )


“Se dovessi cercare una parola che sostituisce “musica” potrei pensare soltanto a Venezia”
( Friedrich Nietzsche, Ecce Homo )
disegno di Moebius




La sirena con Venezia condivide l' elemento acqua, il canto e dunque la musica, l’idea del ciclo (le maree ), l’essere monstrum, ovvero prodigio, rivelazione e insieme monito.



2 commenti:

  1. “Tratto peculiare di Venezia: scomparire in un attimo, non correre dietro al treno, non agitare a destra e a sinistra il capo in cenno di saluto come fanno le altre città quando le lasci – svanire in un solo istante, come se non esistesse, come se non fosse mai esistita”.
    Nina Berberova - "Il giunco mormorante"
    (Adelphi - 1990 - p.79)

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  2. Ho letto "Il giunco mormorante" e ti ringrazio per questa citazione che non ricordavo e che completa il post!
    Buona giornata:-)

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