(...) Sembra che l'oceano e la terra
stiano combattendo qui per la supremazia, e sebbene la terraferma
abbia ottenuto un vantaggio gli abitanti dell'acqua pensano che il
loro diritto sia almeno altrettanto valido. In ogni punto si
incontrano granchi eremiti di più di una specie che trasportano sul
dorso le conchiglie che hanno rubato sulla spiaggia vicina. In altro,
numerose sule, fregate e sterne riposano sugli alberi; e il bosco,
per gli abbondanti resti e per l'odore dell'aria, si potrebbe
chiamare una colonia di uccelli marini. Le sule, sedute sui loro
rozzi nidi, vi fissano con un'aria stupida ma irosa. Le sterne
stolide, come dice il loro nome, sono piccole creature sciocche. Ma
v'è un uccello graziosissimo: è una piccola sterna bianca come la
neve, che si libra dolcemente a pochi metri sul vostro capo,
scrutando con tranquilla curiosità la vostra espressione con i suoi
grandi occhi neri. Basta poca immaginazione per pensare che un animale
così delicato e leggero debba essere abitato da qualche vagante
spirito fatato.
(alle Isole Keeling, presso Sumatra, tra Ceylon e
l'Australia; aprile 1836)
(Charles Darwin, Viaggio
di un naturalista intorno al mondo, pag.563 ed. Giunti 2002,
traduzione di Mario Magistretti)
(nell'immagine la sterna di Darwin, Gygis alba; la foto è di Donald Gudehus)
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