Il cavallo di Brunilde si chiama Grane (cfr. Richard Wagner, Il crepuscolo degli dèi). Nomen Omen? Noi speriamo di no...
lunedì 27 marzo 2017
Il tarlo del domani
Ritiratasi nella sua camera, chiamò la nutrice e le disse :
- Mi ha preso il tarlo del domani e non riesco più a vivere come gli uomini semplici. Dimmi, dunque, nutrice, come posso avere potere sul tempo?
La nutrice, udite queste parole, si lamentò come il vento che porta la neve. E disse:
- Che disgrazia, un tarlo è entrato nel tuo midollo e non c'è rimedio che guarisca il pensiero! Ma dato che vuoi il potere e benché il pensiero sia più freddo dell' inverno, esso ti accompagnerà fino alla fine della tua vita.
La principessa si sedette nella sua stanza della casa di pietra e pensò al pensiero.
Sedette lì nove anni e l'acqua batteva sulla terrazza e i gabbiani gridavano attorno alle torri ed il vento muggiva nei camini della casa. Per nove anni non uscì e non vide i cieli aperti, né gustò l'aria. Non ascoltò parola da nessuno e non guardò né a destra né a sinistra, ma pensò solo al pensiero del domani.
La nutrice le dava da mangiare in silenzio.
La principessa prendeva il cibo con la mano sinistra e mangiava senza grazia alcuna o piacere.
da La canzone del domani di R.L.Stevenson in "Favola crudele" ed. Fiabesca
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