Ma queste lunghe pareti si restringono così alla svelta che ho raggiunto l’ultima stanza, e lì nell’angolo c’è la trappola cui sono destinato.
– Non devi far altro che cambiare direzione, – disse il gatto, e se lo mangiò”.
F. Kafka, Piccola favola, in: Il messaggio dell’imperatore e altri racconti, a c. di Anita Rho, ed.
Frassinelli
Del libero arbitrio di un un uccello
RispondiEliminaUNA GABBIA ANDO' A CERCARE UN UCCELLO.
Questo è un aforisma che Franz Kafka scrisse, insieme ad altri, tra il settembre 1917 e l'aprile 1918. L'aforisma oscilla tra i due poli dell'apodittico e dell'enigma e lascia notevole spazio al gioco delle esegesi. In esso l'inanimato - la gabbia, appunto - cerca di catturare l'animato, l'uccello.
La tua “favola” di Kafka, limpidamente kafkiana nella sua purezza, mi ha fatto venire in mente questo suo aforisma, avendo in comune, quanto meno, il tema dell'essere catturati o, ancor più kafkianamente, dell'essere ingabbiati.
Preso nota del libro che citi. Grazie di tutto, sia del brano che del libro.
Un saluto
Raffaele
L' aforisma ( non lo lo conoscevo e ti ringrazio ) è fulminante e la relazione con la vicenda del povero topino è, ahimè, netta:-)
RispondiEliminaGrazie !