disegno di Moebius |
( C. Dickens, Immagini d’Italia – Un sogno italiano – 1846 )
Venezia è una sirena di pietra.
La relazione tra Venezia e le sirene trova sostegno in Brodskij che, parlando di Venezia, vide le sue acque come l’immagine del Tempo e individuò, come Nietzsche, un rapporto di identità tra la città sull’acqua e la musica.
Perché anche l’acqua è coro (… ). L’ acqua che ha portato i crociati, i mercatanti, le reliquie di San Marco, i turchi… ha riflesso l’immagine di chiunque abbia vissuto o anche solo soggiornato in questa città, di chiunque sia andato a zonzo per queste strade ( … ) Fa pensare davvero alla carta da musica, ai fogli di una musica eseguita in continuazione. Le partiture si avvicendano come ondate di marea, le barre del pentagramma sono i canali con gli innumerevoli “legati” dei ponti, delle lunghe finestre o dei curvi fastigi delle chiese del Codussi, per non parlare dei violini che hanno prestato il manico alle gondole. Sì, tutta la città somiglia a un’immensa orchestra, specialmente di notte, con i leggii appena illuminati dei palazzi, con un coro instancabile di onde, col falsetto di una stella nel cielo invernale.
( Brodskij, Fondamenta degli incurabili )
“Se dovessi cercare una parola che sostituisce “musica” potrei pensare soltanto a Venezia”
( Friedrich Nietzsche, Ecce Homo )
La sirena con Venezia condivide l' elemento acqua, il canto e dunque la musica, l’idea del ciclo (le maree ), l’essere monstrum, ovvero prodigio, rivelazione e insieme monito.
Ha una natura "doppia" : è dentro e fuori dal tempo, è per metà nell’acqua, per metà fuori, come una sirena. Venezia è un prodigio, un “monstrum”, qualcosa di straordinario. Come Dickens, Jean Cocteau colse molto bene questo tratto distintivo della città quando , parlando del suo soggiorno veneziano disse di essere stato in un posto magico, dove i leoni volano e i colombi camminano.
La parola "monstrum" conserva nella sua radice il ricordo di un avviso, di un ammonimento divino e Venezia, per le sue maree, che rimandano al ritmo incessante del Tempo, si configura come un “memento"; Vittore Carpaccio, in un suo dipinto, Il Miracolo della Croce a Rialto ( qui ), lega la parola “memento” proprio all’immagine della sirena.
L’etimologia del termine “ sirena”, dal fenicio sir o dal semitico seirein, fa pensare al potere incantatorio della musica. Seiráo, in greco, significa “legare” ed effettivamente il canto delle sirene avvince, imprigiona.
Ma perché il richiamo delle sirene è così attraente? (…)si tratta probabilmente di un retaggio biologico(…) Il suono trasmette significati collegati a esperienze sensoriali remote( …) La regressione all’utero materno (…) si configura come (…) un percorso iniziatico dal quale si nascerà una seconda volta dopo essersi immersi nel mare dell’indifferenziato.
( Cristina Santarelli, Orfeo, Ulisse e le sirene: storia di una sconfitta di genere )
C’è un dipinto che rappresenta la sirena in veste di madre; allatta! ( qui )
Under the sea di Marco Melgrati |
L’etimologia del termine “ sirena”, dal fenicio sir o dal semitico seirein, fa pensare al potere incantatorio della musica. Seiráo, in greco, significa “legare” ed effettivamente il canto delle sirene avvince, imprigiona.
Ma perché il richiamo delle sirene è così attraente? (…)si tratta probabilmente di un retaggio biologico(…) Il suono trasmette significati collegati a esperienze sensoriali remote( …) La regressione all’utero materno (…) si configura come (…) un percorso iniziatico dal quale si nascerà una seconda volta dopo essersi immersi nel mare dell’indifferenziato.
( Cristina Santarelli, Orfeo, Ulisse e le sirene: storia di una sconfitta di genere )
C’è un dipinto che rappresenta la sirena in veste di madre; allatta! ( qui )
L’idea del ritorno all’elemento primigenio, a una sorta di grande madre connota fortemente Lighea di Tomasi di Lampedusa ( qui )e si lega anche al mito di Er, l’eroe guerriero della Panfilia che, morto in guerra, miracolosamente si ridesta per raccontare quel che ha visto nell’aldilà ( qui ).
La relazione tra Venezia e le sirene trova sostegno in Brodskij che, parlando di Venezia, vide le sue acque come l’immagine del Tempo e individuò, come Nietzsche, un rapporto di identità tra la città sull’acqua e la musica.
disegno di Moebius |
Perché anche l’acqua è coro (… ). L’ acqua che ha portato i crociati, i mercatanti, le reliquie di San Marco, i turchi… ha riflesso l’immagine di chiunque abbia vissuto o anche solo soggiornato in questa città, di chiunque sia andato a zonzo per queste strade ( … ) Fa pensare davvero alla carta da musica, ai fogli di una musica eseguita in continuazione. Le partiture si avvicendano come ondate di marea, le barre del pentagramma sono i canali con gli innumerevoli “legati” dei ponti, delle lunghe finestre o dei curvi fastigi delle chiese del Codussi, per non parlare dei violini che hanno prestato il manico alle gondole. Sì, tutta la città somiglia a un’immensa orchestra, specialmente di notte, con i leggii appena illuminati dei palazzi, con un coro instancabile di onde, col falsetto di una stella nel cielo invernale.
( Brodskij, Fondamenta degli incurabili )
“Se dovessi cercare una parola che sostituisce “musica” potrei pensare soltanto a Venezia”
( Friedrich Nietzsche, Ecce Homo )
disegno di Moebius |
La sirena con Venezia condivide l' elemento acqua, il canto e dunque la musica, l’idea del ciclo (le maree ), l’essere monstrum, ovvero prodigio, rivelazione e insieme monito.
“Tratto peculiare di Venezia: scomparire in un attimo, non correre dietro al treno, non agitare a destra e a sinistra il capo in cenno di saluto come fanno le altre città quando le lasci – svanire in un solo istante, come se non esistesse, come se non fosse mai esistita”.
RispondiEliminaNina Berberova - "Il giunco mormorante"
(Adelphi - 1990 - p.79)
Ho letto "Il giunco mormorante" e ti ringrazio per questa citazione che non ricordavo e che completa il post!
RispondiEliminaBuona giornata:-)