lunedì 13 marzo 2017

Il leone di San Gerolamo

Tra i dipinti dei grandi pittori, nelle gallerie dei Musei o nei libri, il più facile da riconoscere tra i santi raffigurati è San Gerolamo: un vecchio con in mano un libro, spesso poco vestito, che ha al suo fianco un leone. Il libro è la Bibbia, che San Gerolamo tradusse in latino: è la cosiddetta Vulgata, ancora oggi in uso nei paesi cattolici. San Gerolamo (347-420) fu uno dei Padri del Deserto, che nei primi secoli del Cristianesimo vissero da eremiti in Egitto e in Terra Santa, nel deserto: da qui l'essere poco attento al vestiario. Il leone viene dalla Legenda Aurea di Jacopo da Varagine, testo fondamentale per iconografia e simbologia, scritto tra il 1260 e il 1298: un leone ferito a una zampa da una spina fu guarito da San Gerolamo e da allora non lo abbandonò più. Il leone è inoltre simbolo della violenza e della forza bruta vinte dalla pietà. (qui sotto, Antonio Colantonio, Napoli 1445)


Dimenticandosi per un attimo di San Gerolamo (se possibile) è interessante guardare i leoni dipinti dai grandi pittori del Rinascimento. Sono davvero tanti, tanti quanti i San Gerolamo, che è uno dei personaggi storici più ritratti dai grandi pittori: ovviamente sono tutti dipinti di fantasia, non abbiamo nessun ritratto del vero San Gerolamo.


Di fantasia sono anche i leoni, spesso molto buffi e improbabili, oppure semplicemente dei gatti un po' ingranditi; ma nel fare questo ragionamento non bisogna dimenticarsi che noi oggi abbiamo visto infinite volte come è fatto un leone, magari non dal vero ma sicuramente in fotografia e nei filmati. Nel Rinascimento non era tutto così facile, e i risultati sono quelli che vediamo nei dipinti di San Gerolamo. Qualche speranza, dal punto di vista scientifico, la potremmo riporre in Leonardo da Vinci, che era anche uno scienziato e un ricercatore: però, purtroppo, il suo San Gerolamo - quello che vediamo qui sotto - è rimasto incompiuto.
L'idea di ingrandire un gatto fino a farlo somigliare al leone è tutt'altro che sbagliata; in fin dei conti, i felini si somigliano tutti, e sembrano tutti un po' parenti. L'unico davvero differente dagli altri è il ghepardo, che infatti è geneticamente molto diverso, come è stato scoperto da quando si è cominciato a indagare sul DNA. Dal punto di vista scientifico, i felini non sono tutti del genere felis, che è riservato soltanto ai gatti (Felis catus). Leoni e tigri sono scientificamente delle pantere: Panthera Leo, Panthera Tigris, Panthera Onca (giaguaro), Panthera Uncia (leopardo delle nevi: un nome che piacerà a comaschi e valtellinesi), e poi ci sono i generi Lynx, Puma, Leopardus. Il nome scientifico del ghepardo è Acinonyx jubatus. I leoni, al tempo dell'Impero Romano e anche molto tempo dopo, vivevano in tutta la zona che si affaccia sul Mediterraneo: non solo nell'Africa nera, ma anche in Libano, in Anatolia, in Egitto. Di questi leoni, cioè del leone di San Gerolamo, rimane oggi solo qualche esemplare in India.

Ma intanto che io sto qui e mi diverto osservando tutti questi felini buffi o malriusciti, anche da parte dei grandi pittori, mi viene in mente che San Gerolamo aveva la fortuna di potersi isolare nel deserto, se andavi nel deserto nessuno ti veniva a disturbare, a parte forse gli agenti delle tasse (c'erano anche allora). Se voleste provarci oggi, verrebbe di sicuro qualche troupe tv a cercarvi, verrebbero i curiosi, aleggerebbero sopra di voi i droni (fastidiosi, i droni sulla testa proprio mentre state meditando), e chissà cos'altro succederebbe ancora, in uno scenario degno del finale di Brave New World. Ma, intanto, meditando, è arrivata l'ora di andare a cercare qualche altro leone da qualche altra parte.
(i due dipinti qui sotto sono di Giuseppe Mansueti, 1515, e di Cima da Conegliano, visibile a Brera)



2 commenti:

  1. San Girolamo si isolava dal mondo per tradurre meglio, proprio come dovrei fare io, se solo avessi più forza di volontà!

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  2. i Padri del deserto avevano anche visioni, sul tipo delle "tentazioni di sant'Antonio", e poi - è vero e documentato - arrivavano fin lì anche gli ispettori delle tasse, perché sospettavano che qualcuno facesse il furbo per non pagare dazio (alla lettera, in questo caso!) Quindi non è che fosse una vita così tranquilla... A me interessavano i leoni, ce ne sono di veramente divertenti - ma anche qui non è bello ridere, loro non avevano le possibilità che abbiamo noi oggi, la tv, i libri, le foto. Penso che dovrò fare un post sulle giraffe, dopo i leoni; grazie per avermelo fatto pensare
    :-)

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