lunedì 20 febbraio 2017

Le farfalle di Gozzano ( VII )

7. Ornithoptera pronomus
E’ una farfalla che in Italia non c’è: un amico manda a Gozzano due farfalle da Sumatra. Qui vale la pena ricordare che Gozzano stesso visitò l’India (« Verso la cuna del mondo. Lettere dall’India», pubblicato postumo nel 1917).
Ho trovato qualche difficoltà col nome scientifico citato da Gozzano nei suoi versi: probabilmente è Ornithoptera priamus, su internet non c’è traccia della “pronomus” (forse una denominazione ottocentesca?). Il nome significa “ali d’uccello”, e in effetti è una farfalla decisamente grossa: alcune specie di Ornithoptera possono arrivare fino a 31 centimetri di apertura alare.

La poesia è di 83 versi, non direi che sia particolarmente interessante. Nelle note c’è il testo della lettera spedita dall’amico insieme alle due farfalle:
Nell'abbozzo si legge: « Un mio amico, il medico di marina Carlo Quinteri, mi manda due farfalle dell'isola di Sumatra. Ho fra le mani la cassetta cubica, fasciata di carta giapponese, legata e suggellata di lacca, segnata di bolli sconosciuti. L'apro. Contiene una cassetta piú piccola, di foglie tessute, ed una cartolina illustrata: un mare calmo con tre piroghe aguzze, una linea di terre lontane dove svettano centinaia di cocchi altissimi ». « La cartolina dice: "Mio caro Gozzano, siamo qui, ospiti dell'Ambasciata inglese. Che terra paradisiaca! Penso a te, così appassionato degli insetti, dei fiori, della vita delle piccole cose. Diventeresti pazzo. Abbiamo fatto una corsa nell'interno; che bellezza ubriacante, inverosimile! Ti mando due farfalle che trovai accoppiate sopra un'orchidea spaventosa. Ti mando l'orchidea. Ricordami. Ti abbraccio attraverso lo spessore della terra che ci divide" ».
...Mi saluta un mio pallido fratello
navigatore in quelle parti calde
d'India, mi parla delle mie raccolte,
ricorda la mia grande tenerezza
per le cose che vivono, rimpiange
di non avermi seco nelle valli favolose (...)
versi 5-10
L’orchidea è raggrinzita e poco riconoscibile, Gozzano la descrive così:
Nell'abbozzo: « Sollevo lentamente il coperchio di paglia tessuta; accanto all'orchidea disseccata come uno gnomo mummificato, stanno le due farfalle meravigliose con le ali enormi rigide, d'un verde nero, raccolte quali le compose il mio amico navigatore nell'arcipelago degli antipodi (...) ».
Segue una lunga descrizione, dove Gozzano sottolinea la grandezza delle ali e una vaga somiglianza con i nostri papilionidi: macaone e podalirio, farfalle molto belle e molto comuni anche qui da noi in Italia (comuni prima dei diserbanti e dell’asfalto, si intende). La bellezza della farfalla orientale è definita da Gozzano con l’aggettivo “barbarica”, in contrasto con le nostre farfalle, di una bellezza meno invadente.
In definitiva, è forse la meno riuscita delle nove “epistole poetiche” dedicate da Gozzano alle farfalle.
(pagine 274-278 dell'edizione BUR a cura di Barberi Squarotti)


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