Eravamo quindi entrati, accolti, di là dal portone subito richiuso con un gran colpo per opera del solerte Perotti, dai pesanti latrati di Jor, l’ “arlecchino” bianco e nero. Veniva giù per il viale d’accesso, il danese, trottando straccamente alla nostra volta, con un’aria per nulla minacciosa. Tuttavia Bruno ed Adriana tacquero immediatamente.
“Non morderà mica?”, chiese Adriana, intimorita.
“Non si preoccupi, signorina”, rispose Perotti. “Coi tre o quattro denti che gli sono rimasti, cossa vorla che sia buono a mordere, ormai? Sì e no la polenta…
Giorgio Bassani, Il giardino dei Finzi Contini, Torino, Einaudi
fotogramma del film di V. De Sica "Il giardino dei Finzi Contini |
"alano arlecchino", perché ha delle macchie di colore diverso. In realtà si nota appena, bisogna proprio guardare con attenzione, ma questa è la terminologia in uso presso gli allevatori...
RispondiEliminaMe lo hanno spiegato da bambino, io da bambino non riuscivo a capire: ma come, Arlecchino ha il vestito di tutti i colori, il cane non è mica così
:-)
Bello questo tuo ricordo:-) Da bambini si rimane spesso stupiti dall'approssimazione e superficialità degli adulti!
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