domenica 7 luglio 2019

Un fiume straordinariamente reale


Non c'era che il fiume freddo, ora, e Montag che vi galleggiava improvvisamente in pace, lontano dalla città, dalle luci, dalla caccia all'uomo, lontano da tutto.
Gli sembrava di essersi lasciato alle spalle un palcoscenico gremito di attori. 
(...)
La nera sponda del fiume scivolava via a misura che il fiume lo trasportava per la campagna, tra le alture. Per la prima volta da una dozzina d'anni a quella parte,  le stelle spuntarono sopra il suo capo, in grandi processioni di fuoco ruotante. Vedeva un'imensa forza distruttrice di stelle formarsi nel cielo e minacciar di piombargli sopra e stritolarlo.
Galleggiava supino, facendo il morto (...).
Il fiume era straordinariamente reale (...).
Sentì il cuore rallentare i suoi battiti. I suoi pensieri cessarono di essere affannosi col ritmo del sangue. 
(...)


(immagine reperita in rete )














Il sole ardeva ogni giorno. Bruciava il Tempo. Il mondo correva frenetico in un circolo e girava sul suo asse e il tempo era occupatissimo a consumare, bruciandoli, gli anni e la gente, ad ogni modo, senza aver bisogno del suo aiuto. Cosicché, se lui bruciava le cose con i militi del fuoco e il sole bruciava il Tempo, ciò voleva dire che tutto ardeva!

Uno di loro doveva cessare di ardere. E non sarebbe stato il sole. (...) doveva pur esserci qualcuno che accumulasse e mettesse da parte, in un modo o nell'altro, in libri, registri, nella memoria degli uomini, in qualunque altro modo, purchè sicuro o al riparo da tarme, pesciolini d'argento, ruggini e tarli e uomini armati di fiammiferi.

Ray Bradbury, Fahrenheit 451 ed. Oscar Mondadori

Qui un mio post sul romanzo di Bradbury


4 commenti:

  1. L'immagine, seppur piccole, è molto bella e rende bene lìidea, ma la parte scritta è bella quanto la foto ed è molto descrittiva
    Un salutone e buona domenica

    RispondiElimina
  2. La sequenza è molto bella, sono d'accordo. E' un momento significativo del romanzo, quello in cui il protagonista in fuga si lascia trasportare dal fiume che lo condurrà nella zona in cui vivono gli uomini-libro.
    Un caro saluto!
    :-)

    RispondiElimina
  3. Sono andata leggere il tuo post su Fahrenheit 451: non avevo presente che fosse del 1953. Bradbury vede lungo. Adesso naturalmente il problema si presenta più complesso, nessun bisogno di bruciare niente, perché i libri che vengono stampati sono stampati per avere una vita di 6 mesi, e che senso avrebbe cercare di conservarli? Direi che il passato e la durata, proprio come dimensioni, hanno preso definitivamente il largo... Però le immagini del fiume, sia quella verbale che quella fotografica, sono molto belle :-)

    RispondiElimina
  4. Quel tuo "però" è una ragione sufficiente per sperare :-)

    RispondiElimina